TERAMO – Si celebra domenica 17 novembre a Teramo la Giornata regionale del Ringraziamento, la tradizionale ricorrenza che dal 1951 viene festeggiata dalla Coldiretti in tutta Italia per rendere grazie per il raccolto dei campi e chiedere la benedizione sui nuovi lavori. In Abruzzo, la manifestazione è stata promossa da Coldiretti Abruzzo congiuntamente con Coldiretti Teramo, l’Ufficio pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Teramo-Atri, la Caritas e il patrocinio del Comune di Teramo. L’appuntamento è alle ore 9.30 nella sede della Caritas di Via Vittorio Veneto con un incontro di presentazione moderato dal prof. Salvatore Coccia: dopo i saluti delle autorità e l’introduzione di Giuseppe Pergallini, direttore dell’ufficio pastorale Sociale e Lavoro della Diocesi di Teramo-Atri, sono previsti gli interventi del presidente di Coldiretti Abruzzo Silvano Di Primio, della presidente di Coldiretti Teramo Emanuela Ripani e la presentazione del Messaggio dei vescovi “Dalla terra e dal lavoro: pane per la vita” a cura di Don Emilio Bettini, docente dell’Università europea di Roma, seguito dalla testimonianza di un imprenditore agricolo. Al termine dell’incontro di riflessione, la manifestazione si sposterà nella Cattedrale di Teramo per la celebrazione Eucaristica (ore 12.00) con S.E. Monsignor Lorenzo Leuzzi Vescovo della Diocesi di Teramo-Atri e, alle ore 13.00, nella piazza antistante la cattedrale per la benedizione dei mezzi agricoli. La Giornata del Ringraziamento è una tradizione che, inaugurata dalla Confederazione nazionale Coltivatori diretti nel 1951, venne in seguito mutuata dalla Conferenza episcopale italiana (CEI) per essere inserita nel calendario liturgico. Nacque, per intuizione dell’allora presidente Paolo Bonomi, per ribadire l’ispirazione dell’organizzazione professionale alla dottrina sociale cristiana e per ringraziare il Signore del raccolto concesso. “Un rito antico – sottolinea Coldiretti Abruzzo – che non perde mai il suo fascino e che, in alcuni paese con tradizione agricola, è diventata una tradizione che richiama centinaia di visitatori anche provenienti dai paesi vicini e che, come in questo caso, coinvolge interamente la comunità rurale. Questa volta, dieci anni dopo il primo sisma e tre anni dopo il secondo, abbiamo scelto di promuovere una festa a respiro regionale puntando sulla promozione delle eccellenze agroalimentari che i produttori agricoli sono riusciti a salvare dal terremoto con impegno e volontà”.