ROMA – “Le nostre popolazioni hanno continuato anche oggi , tramite noi, a dimostrare fiducia nelle istituzioni; ma ora questa fiducia non va tradita”. Questo in sintesi il commento del Sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto al termine dell’incontro sulla conversione del Decreto sisma, tenutosi nel pomeriggio a Palazzo Chigi, a Roma, tra i delegati ANCI e i Presidenti delle Regioni con i rappresentanti del Governo: il sottosegretario Fraccaro che è delegato del Presidente Conte, il sottosegretario Moroni e l’On. Castaldi.
Si è trattato del terzo passaggio, dopo l’incontro con lo stesso Conte e l’audizione in Commissione della settimana scorsa. E probabilmente il passaggio più importante, perché svolto nella sede del Governo in un momento in cui, come già detto dallo stesso D’Alberto “Siamo all’ultimo appello, all’ultima chiamata, che troverà un riscontro positivo in Parlamento solo ed esclusivamente se andrà avanti la consapevolezza da parte del Governo che la Ricostruzione deve diventare ciò che non è mai stata finora e cioè un tema del Governo, una priorità”.
Il messaggio trasmesso oggi ai rappresentanti del Governo è stato chiaro: “Un messaggio di responsabilizzazione e di responsabilità politica – aggiunge il Sindaco di Teramo -. Noi abbiamo detto che non rappresentiamo noi stessi ma che portiamo ogni volta le nostre comunità. Le aspettative, la speranza, la rabbia, le illusioni, le disillusioni che hanno subito questi anni a fronte delle tante promesse. Perciò questa espressione di fiducia al Governo e al Parlamento non deve essere assolutamente tradita”.
L’invito a “tirare fuori il coraggio” è stato pertanto esplicito accompagnato dall’invito a scrivere norme non in punta di diritto, preoccupandosi cioè dei vincoli e dei limiti, ma attenti a quella che è la realtà che vivono decine di migliaia di persone, aggiungendo soprattutto. ”Il cuore e la vicinanza ad una popolazione che ancora una volta ha dimostrato di avere fiducia nelle istituzioni. Questa fiducia non deve essere tradita”. D’Alberto ricorda quanto già affermato nei giorni scorsi e cioè di essersi recato nelle sedi istituzionali più alte non per “elemosinare qualcosa ma per chiedere che venga riconosciuto e garantito per la prima volta in un atto normativo il diritto alla Ricostruzione. Chiediamo che le norme siano declinate in atti concreti. Perciò, se la fiducia sarà tradita ancora una volta, siamo pronti a portare le nostre istanze in piazza”.