PESCARA – Il Forum H2O esprime il suo appoggio al neonato comitato “UNITI PER UN FUTURO PULITO E VIVIBILE” che in Val Vibrata sta combattendo contro il progetto per la costruzione di un impianto di trattamento di rifiuti liquidi a Nereto in cui dovrebbero convergere ben 36.000 mc/anno di reflui industriali per decine di codici CER, progetto presentato dalla Wash Italia Spa.
La vallata del Fiume Vibrata già ora sconta una pressione antropica elevatissima da parte di centinaia di attività produttive che si ripercuote sulla qualità delle matrici ambientali che sono ben lontane dagli standard comunitari.
L’ARTA nell’ultima classificazione disponibile, quella relativa ai monitoraggi 2015-2017, pone il fiume Vibrata nella classe “Pessimo”, quella peggiore possibile per via di scarichi eccessivi e/o incontrollati (si veda mappa allegata).
La stessa agenzia monitora l’acqua di falda in alcune decine di pozzi riscontrando una contaminazione diffusa oltre i limiti di legge sempre derivante dalle molteplici attività che si svolgono lungo la vallata, da quelle industriali a quelle agricole intensive, addirittura nel 78% dei casi, per Nitrati, Triclorometano, Tetracloroetilene, Boro, Cloruri, Ione Ammonio, Benzo(b)fluorantene. Di conseguenza il corpo idrico sotterraneo del Vibrata è classificato nella classe “scadente“; non rispetta l’obiettivo comunitario di qualità. Si allega la mappa con i pozzi monitorati inquinati con la classificazione del corpo idrico sotterraneo.
In queste condizioni ci si aspetterebbe dagli enti coinvolti, a partire dalla regione che ha l’obbligo comunitario di risanare queste matrici ambientali, un’azione volta ad alleggerire le pressioni ambientali già esistenti assicurando controlli ferrei e misure adeguate. Invece si va nella direzione opposta visto che la Wash vorrebbe addirittura aumentare lo scarico di reflui trattati nel fiume Vibrata da 2.880 mc a 3.050 mc al giorno come si legge nella richiesta di Autorizzazione Integrata Ambientale contestuale alla Valutazione di Impatto Ambientale.
A nostro avviso, oltre ai dati di base del progetto che preoccupano fortemente, ci sono diverse criticità procedurali per le modalità di svolgimento della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale. In primo luogo durante l’iter il proponente ha depositato numerosi e corposi documenti integrativi, con significative nuove informazioni sull’impianto e sul contesto ambientale. L’Art.24 comma 5 del Testo Unico dell’Ambiente prevede espressamente che qualora le integrazioni siano rilevanti per il pubblico il progetto debba essere ripubblicato assicurando altri 30 giorni per poter produrre osservazioni da parte del pubblico. Una procedura che in Abruzzo e al Ministero dell’Ambiente viene applicata molto spesso mentre qui queste integrazioni di centinaia di pagine non sono state ritenute d’interesse per il pubblico.
Inoltre il parere favorevole del Comitato V.I.A. n.3092 del 30/09/2019 appare piuttosto sui generis in quanto da un lato impone delle prescrizioni ma dall’altro rimanda diverse valutazioni di carattere prettamente ambientale (ad esempio, addirittura i codici CER che l’azienda potrebbe trattare), quindi di esclusiva competenza del Comitato stesso, alla valutazione della Conferenza dei Servizi che di conseguenza dovrebbe entrare nel merito delle materie della V.I.A. Un modo di procedere che finora non avevamo mai rilevato in decine di provvedimenti del Comitato.
Infine ci piacerebbe conoscere qualche dettaglio in più da parte degli enti su alcune questioni che l’ARTA aveva sollevato in un suo primo parere, ossia quello relativo alla Conferenza dei Servizi dell’1 marzo 2018. Scriveva l’Arta, in merito all’impianto WASH Italia Spa già esistente “…i titolari degli scarichi industriali contenenti le sostanze di cui alle Tabelle 1/Ae 1/B dell’Allegato 1 alla Parte Terza del Decreto sono obbligati a porre in opera, con oneri a proprio carico, misuratori di portata e campionatori in automatico al fine di consentire l’attuazione di controlli sistematici su ogni scarico industriale. Nell’A.U.A. viene prescritto, inoltre, che l’ubicazione e le modalità di gestione di tali apparecchiature devono essere concordate preventivamente con l’ARTA di Teramo. La ditta, da quanto è a conoscenza, non ha ancora ottemperato alle suddette prescrizioni” e poi “Si ritiene opportuno che la ditta fornisca una planimetria dettagliata di tutto il sistema di depurazione, nella quale siano riportate tutte le condutture che collegano le varie fasi. A tal proposito, si fa presente che devono essere eliminate tutte quelle tubazioni definite “volanti”, riscontrate, contestate e denunciate dopo nell’ultima ispezione effettuata dall’ARTA unitamente ai Carabinieri Forestali.“.