TERAMO – A tre anni dal Sisma che causò più danni a Teramo (era il 30 ottobre del 2016), la fotografia è impietosa: la situazione è ferma nonostante le richieste dei Sindaci. La nostra ricostruzione nel cratere sismico è ferma. Questo triste anniversario cade in un momento decisivo, in cui il nuovo Decreto si sta incardinando nell’iter parlamentare. Il Sindaco di Teramo chiama a raccolta i colleghi primi cittadini e i parlamentari domani, giovedì 31 ottobre, al tavolo del Comitato Istituzionale, convocato dal Presidente della Regione Marco Marsilio, alle ore 17:30 nella Sala Polifunzionale. “Quanto è accaduto finora a livello di personale è stato ridicolo” – dice il Sindaco.
A tre anni dal sisma, il tempo sembra essersi fermato a Teramo, così nelle zone del centro Italia colpite e la ricostruzione è praticamente bloccata mentre i paesi muoiono.
È con imbarazzo che il Primo Cittadino di Teramo interviene con un comunicato dedicato al terzo anniversario dal sisma che ha cambiato per sempre la vita delle migliaia di cittadini della città di Teramo e dell’intera Provincia.
Ad oggi non è possibile fare pronostici su quanto tempo servirà per ricostruire gli alloggi danneggiati e, comprensibilmente, gli sfollati sono completamente sfiduciati verso un futuro che vedono in sistemazioni “emergenziali” (usufruendo del CAS ovvero trovando ristoro in strutture ricettive) per ancora molto, troppo, tempo.
Anche l’attenzione nazionale ormai va scemando e non si attribuisce più la dovuta importanza al terremoto se non, purtroppo, per riferire di nuove scosse, che si susseguono nei vari territori già martoriati.
Assistiamo continuamente a cambi di governi e commissari straordinari, i quali debbono ogni volta ricominciare le procedure, capirle e interpretarle, per poi trasformarle in ordinanze e decreti.
Le cifre della (non) ricostruzione sono inesorabili: quella pubblica, lenta, in parte è in fase di progettazione, mentre per quella privata ci sono esigui casi isolati.
Nel nostro paese, a questo punto, possiamo affermare che non esiste una politica nazionale per la ricostruzione e lo sviluppo post sisma. Questa mancanza ha generato disuguaglianze fra i diritti riconosciuti ai cittadini dei diversi territori terremotati portando nel tempo ad una produzione elevata e disomogenea di procedure.
E’ importante che si diano risposte in termini di pianificazione urbanistica, di ricostruzione economica e sociale, di riconoscimento e regolamentazione dei processi partecipativi.
“Purtroppo, dopo tre anni, ci troviamo ancora a fare i conti con leggi e burocrazia che ostacolano e rallentano gli interventi”, sostiene Gianguido D’Alberto, “sarebbe stata necessaria una legge speciale ed invece abbiamo un insieme di norme ordinarie alle quali si aggiungono le continue frammentazioni delle governance a vario livello ed il fatto che non si è tenuto conto che la ricostruzione non prescinde dalla ricostituzione delle comunità. Le quali, senza lavoro, non esistono. Il sisma ha interessato un’area in cui andrebbero ripensate le basi stesse dell’economia di queste zone che non sono appetibili in termini, prima di tutto, geografici. Il D.L. 189/2016 ha tracciato una ricostruzione che parte dalle scuole cui seguono le abitazioni e soltanto successivamente le aziende. Sarebbe stato opportuno, invece, intraprendere azioni e adottare strumenti utili alla ripresa e al potenziamento dell’economia locale. Le scuole sono un servizio essenziale che può favorire nuovi insediamenti, ma quando il lavoro manca, qualsiasi servizio non contiene essenziali motivazioni per non andare via.” Un grido di allarme fortissimo, quello del sindaco teramano, che domani ha chiamato a raccolta il Tavolo di Coordinamento per la Ricostruzione presso il Parco della scienza, chiedendo a gran voce la presenza di tutti i parlamentari del territorio. In quella occasione, proporrà agli stessi di intervenire con modifiche legislative che, finalmente, siano realmente in grado di sburocratizzare il percorso della ricostruzione, consentire alle nuove attività imprenditoriali di beneficiare di vantaggi contributivi e di detassazione, avere garanzia della proroga dell’efficacia dell’ordinanza che identifica i finanziamenti per la ricostruzione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica nonché evitare qualsiasi operazione di fusione tra organismi pubblici, in quanto potrebbero solo aumentare il disagio cittadino.
“Si tratta di atti di responsabilità, amministrativa e umana” prosegue il Sindaco,” ove ognuno di noi dovrà assumersi le proprie responsabilità, nelle sedi opportune, aldilà dello schieramento politico. Ne va del futuro del nostro territorio”
D’Alberto, rivolge, infine un sentito pensiero agli sfollati e a tutti i Comitati (Sisma) presenti sul territorio affinchè, la loro presenza, possa continuare a fornire i giusti contributi e le giuste attenzioni, ed invita gli stessi all’unione, in quanto essenziale per una proficua collaborazione.
A tutti gli sfollati, vanno i più sentiti ringraziamenti per la maturità che stanno mostrando oltrechè la pazienza che hanno avuto, malgrado tutte le lungaggini che si alternano.