TERAMO – C’erano una città intera, una Regione intera, a porgere l’ultimo saluto teramano e abruzzese a Roberto Fagnano. La sua scomparsa è stata un vero evento drammatico, che ci ha coinvolti tutti, dalle istituzioni, presenti tutte nella Sala Convegni del “Mazzini” di Teramo per l’omelia del Vescovo Leuzzi, alla gente comune, che lo aveva conosciuto ed apprezzato come uomo, ancor più che da professionista della Sanità: dal 2014 è stato Manager della ASL di Teramo, su incarico di un governo Regionale di centro-sinistra per essere promosso, cinque anni dopo, a Manager Regionale indiscusso da un governo di segno politico opposto. Lui era andato oltre la politica, era andato oltre se stesso, in quest’ottica: mai, infatti, lo avevamo sentito parlarne. Magari qualche epiteto, anche colorito, su ciò che non andasse come doveva, sì, ma mai ricondotto a “colpe politiche”, nelle quali in tanti, al contrario, si rifugiano. Aveva sempre preferito affrontare i problemi che c’erano e che non sono stati tutti risolti, direttamente, con il suo staff. E poi resteranno in noi l’educazione ed il rispetto che aveva sempre avuto per la comunicazione: la sentiva sua, come elemento essenziale e dal quale non dover o poter mai rifuggere, per dire alla comunità, apertamente ed in maniera trasparente, come e cosa si stesse facendo e si sarebbe fatto per questo o per quel problema. Era divenuto uno di noi, un teramano-abruzzese in poco tempo: la sua gentilezza e la sua cordialità lo avevano reso popolare in maniera quasi naturale. Ecco perchè Roberto Fagnano, “il Manager”, ci mancherà, mancherà alla comunicazione, mancherà alla Città, mancherà all’Abruzzo. Se queste poche righe porteranno un pizzico di conforto alla sua famiglia, ne saremmo davvero orgogliosi.