TERAMO – Una gran bella partita, con 7 reti che potevano essere di più e nel corso della quale al Teramo non è bastato essere stato per tre volte sul doppio vantaggio (2-0, 3-1 e 4-2) per credere d’averla vinta anzitempo. La Casertana non ha mai mollato, anche se ha avuto quel pizzico di buona sorte nell’averla riaperta su punizione (barriera colpevole), qualche secondo prima che l’arbitro (Angelucci, da Foligno) rimandasse le squadre negli spogliatoi, per il riposo. Mai come stavolta la qualità della rosa biancorossa ha fatto la differenza: in tutte le marcature ce n’è stata tanta, manifestatasi con chiarezza. Dalla prima rete delle due di Mungo (al 13°), quando da terra ha beffato difensore e portiere da un lancio illuminante di Bombagi, al raddoppio di Costa Ferreira, nato da una giocata in area dell’ex cosentino che ha preparato la battuta comoda, dal limite, al portoghese, quasi “pensandola”. Il 2-1 della prima frazione, però, ha reso giustizia agli ospiti, che si erano fatti vivi nell’area di casa in più circostanze (Paparusso di testa al 20°, Zito, sempre di testa, alla mezz’ora, Cavallini al 35° che impegnava seriamente Tomei e Starita al 36°, fuori di un niente). Certo, se Magnaghi, al 40° avesse lasciato palla ad Ilari, anzichè concludere alto, probabilmente la partita avrebbe avuto un altro corso. Ma, si dice, che il calcio sia bello proprio perché, dal possibile 3-0, passando al 2-1, riapri gli scenari di una ripresa diversa da quel che poteva e doveva essere. Infatti così sarà. Eppure dopo appena 9 minuti i biancorossi si portano sul 3-1: giocata di qualità sull’asse Ilari-Mungo-Tentardini ed imperioso stacco di testa di Bombagi, al quinto goals in campionato. Neppure il tempo di gioire e la Casertana accorcia nuovamente, dagli sviluppi di un corner, il liberissimo (perché?) Paparusso, di testa, sul secondo palo, la mette dentro. Sembra una maledizione e Tedino corre ai ripari, inserendo Iotti per Costa Ferreira. In realtà, il Teramo patisce meno la verve avversaria, sempre elevatissima e contraddistinta dalla gran corsa: quando Mungo fa “esplodere” il Bonolis, con un goal quasi da antologia al 32° (slalom in verticale iniziato dalla mediana e proseguito in piena area, con pallonetto dalla linea di fondo sul palo lontano), si ha però netta l’impressione che sia finita. Macchè! Palla al centro ed è subito 4-3 con Starita, da destra, solissimo anche lui (perchè?), il quale incrocia un destro in diagonale, sul quale Tomei nulla può. Alla fine restavano ancora 11 minuti più recupero, i più lunghi della partita, nel corso dei quali, comunque, accade poco, tra tantissimo “patos da vittoria”, fino all’ultimo dei 5 minuti di recupero. Il triplice fischio? Un gran sollievo, per una grande vittoria, contro una grande squadra, al termine della più avvincente partita del campionato. E la classifica migliora…

ASCOLTA I DUE ALLENATORI BRUNO TEDINO E CIRO GINESTRA (valutazioni diverse per i due)