TERAMO – Le dichiarazioni del Dott. di Giosia sono perlomeno ilari, se riferite ad una persona competente ed esperta. Le elezioni si sono svolte in un clima tutt’altro che sereno, in un contesto un po’ carbonaro, in cui i 6/9 dei votanti lavorano tutti nello stesso reparto. Ci sono esempi clamorosi nel mondo, dalla Turchia alla unione sovietica in cui si svolgono regolari e democratiche elezioni, con la sola variante che i contendenti vengono in genere “ fatti fuori “: prima del voto. Quanto alla mobilità passiva, enorme tallone di Achille già prima della  mia nomina a primario 13 anni fa, il Di Giosia dovrebbe sapere che è riferibile in grandissima percentuale alle strutture periferiche, in particolare alla Val vibrata, perché i pazienti dei paesi confinanti con le Marche hanno molta più facilità di accesso a San benedetto del tronto, dove un regolare servizio di autobus li collega giornalmente.
Ma il dott Di Giosia dimentica, sperando in un moto di buona fede, due o tre particolari, ovvero che quando io ero il responsabile del DH Oncologico di San Omero , proprio quel DH aveva numeri di prestazioni pari se non superiori alla somma dei DH di Teramo e Giulianova, con una mobilità attiva dalle Marche che in alcuni periodi era del 38% ( dati aziendali ). Il Di Giosia dimentica inoltre che mi fu impedito di continuare il mio lavoro, annettendo quel DH alla unità semplice dipartimentale di Giulianova, con un immediato decremento dei numeri e della mobilità attiva ( vedi sempre i dati aziendali). La crescita del 400% della attività teramana con il mio arrivo, dovrebbe al contrario di quanto affermato, testimoniare una netta inversione di tendenza, a cui non ha mai fatto da supporto la direzione generale.  Per citare alcuni esempi, la creazione di un centro di ipertermia è stata esclusivamente pubblicizzata da me sui social, così come l’acquisto delle macchine che non fanno cadere i capelli (prima Asl di Abruzzo ad averle) è stato anch’esso esclusivamente annunciato sulla mia pagina FB. Avrei ancora tantissimo da raccontare, anche se una parte degli episodi sono da un po’ depositati nei verbali consegnati alla Procura della Repubblica. Poi se vogliamo riferirci alle favole del lupo e dell’agnello  allora hanno ragione i lupi , con buona pace di tutti.  Dopo questa mia ultima dichiarazione non risponderò più ad alcuna provocazione, ritenendo oramai stucchevole la prosecuzione di questi squallidi contraddittori.

Amedeo Pancotti