Dalla cronaca la notizia che il maniaco delle lettere anonime a Sant’Omero colpisce ancora: e colpisce un’altra donna, un’altra consigliera di opposizione. Se fosse un tifoso dell’attuale amministrazione, non sta facendo alla stessa nessun favore, anzi rischia di ottenere l’effetto opposto: non è certo il modo più simpatico di parteggiare per una parte politica.
Forse siamo alla presenza di devianze psicologiche difficili da analizzare: cattiveria pura, invidia? Una volta li chiamavano untori quelli che ungevano di notte, al buio per non essere scoperti, gli usci di casa della gente ignara; ora l’odio si spalma per mezzo di una lettera anonima che non si ferma sull’uscio ma ti arriva fin dentro casa recapitata dall’ inconsapevole postino e tenta di colpirti nel proprio io con la sottile arma dell’anonimato, qualcosa che se non altro ti suscita rabbia, indignazione; è comunque il tentativo per l’untore di creare un danno psicologico, e il rischio, per la vittima, di subirlo. Un reato, a dirla in poche parole; e i reati vanno perseguiti per legge: molestia, stalking? Starà al criterio della giustizia giudicare, se il molestatore sarà, come si spera, individuato. Il rammarico è che la pena sarà comunque mite: una volta gli untori venivano giustiziati e il loro nome inciso in una lapide ai piedi della Colonna Infame. Oggi non si può ripristinare la pena capitale, ma il ripristino di una colonna infame con il nome dell’untore sarebbe altamente auspicabile: perché il reo va additato ed esposto al pubblico ludibrio, con buona pace della benedetta privacy!
Pasquale Felix