BUSSI – Le ceneri di pirite piene di piombo, arsenico e selenio a Piano d’Orta si ritrovano fino a 10 metri di profondità addirittura lungo la strada perimetrale del vecchio impianto, al di fuori dell’attuale Sito Nazionale di Bonifiche. Inoltre sono stati trovati grandi cumuli di rifiuti fino al fiume Orta. Praticamente le collinette alte 5-6 metri che a prima vista si presentano verdi perché coperte da vegetazione nascondono in realtà grandi quantità di veleni.  L’ARTA in questi mesi ha depositato relazioni inequivocabili sulla gravissima condizione di compromissione dell’area e le ha illustrate oggi nel corso della riunione convocata dalla regione con enti e Stazione Ornitologica Abruzzese. Dichiara Augusto De Sanctis, del Forum H2O e della Stazione Ornitologica Abruzzese “La situazione è sempre più grave mano a mano che le indagini ambientali procedono in un’area che è anche abitata da decine di persone. Nella riunione di oggi abbiamo ribadito agli enti che è fondamentale procedere recuperando anni di ritardi inaccettabili. Finalmente l’amministrazione comunale di Bolognano con il nuovo sindaco ha dichiarato di voler superare quei tentennamenti che avevano sempre contraddistinto l’attività di quel comune nell’affrontare questa vicenda.” Come Forum H2O e Stazione Ornitologica Abruzzese riteniamo che non abbiamo bisogno di procedere con il freno a mano tirato ma di andare avanti su una situazione complessa dove non mancano criticità nei rapporti con tutti i soggetti privati a vario titolo coinvolti, da Enel Green Power che ha depositato un ricorso al presidente della Repubblica su una nota peraltro interlocutoria del Ministero, alla società Moligean proprietaria dei vecchi edifici industriali che essa non ritiene essere pericolanti e alla Edison, soggetto responsabile per la bonifica, che invece pensa lo siano evitando quindi di avvicinarsi, escludendo per ora qualsiasi intervento su vaste aree per ragioni di incolumità del proprio personale impegnato nei lavori. Continua De Sanctis, “Nella riunione odierna si è deciso:
1)di chiedere al Ministero di andare avanti immediatamente con la riperimetrazione del Sito nazionale di Bonifiche tenendo conto esclusivamente di quanto già comunicato dalla regione (proposta del 2018). Sono passati oltre 2 anni dall’avvio del procedimento e non è il caso di riaprire di nuovo tutta la vicenda con il rischio di rimandare alle calende greche un atto fondamentale visti i tempi biblici del Ministero.
2)Nel frattempo sulle ulteriori aree indicate dall’ARTA in cui sono stati ritrovati alcuni abbandoni di rifiuti si procederà a verifiche sull’estensione degli stessi e sulla presenza di altre situazioni di criticità, tenendo conto che a)ci sono costruzioni che, a differenza dell’altra zona su cui estendere il perimetro, non sono state realizzate direttamente sulla vecchia area industriale; b)ci sono dei campi che richiedono una caratterizzazione secondo quanto previsto dalla normativa appena emanata sulle aree agricole. Solo dopo queste verifiche si procederà ad un’eventuale richiesta di ulteriore ampliamento del sito.
3)Il Comune di Bolognano si è impegnato a risalire a tutte le proprietà delle aree interessate secondo il catasto e ad emanare le ordinanze sindacali necessarie per rimuovere gli abbandoni dei rifiuti sia dentro che fuori dal SIN, a condizione che la Regione Abruzzo supporti questa azione con parte dei fondi ministeriali (oltre 1 milione di euro) già disponibili in quanto derivanti dall’accordo di programma esistente sul SIN. Sempre la Regione, essendo tutti i rifiuti riconducibili alle passate attività industriali, chiederà al Ministero di poter impegnare questi denari anche nelle aree immediatamente circostanti al SIN, sia del perimetro attuale che di quello futuro;
4)il Comune di Bolognano si baserà sulle risultanze delle indagini della Polizia Provinciale per risalire ai responsabili degli abbandoni in modo tale da poter, nel caso, recuperare le somme pubbliche anticipate;
5)La Regione promuoverà un incontro con Moligean al fine di poter risolvere la questione degli edifici industriali abbandonati la cui presenza impedisce fisicamente di accedere a molte delle aree che devono essere ancora caratterizzate da Edison. In ogni caso si farà presente che tali edifici rappresentano un ostacolo fisico alle attività di bonifica obbligatorie per legge, in presenza di rifiuti e acque contaminate che ancora insistono dentro i manufatti. Il Comune di Bolognano, dopo che la Sovrintendenza ha ritenuto di non dover apporre alcun vincolo sugli edifici, ha confermato l’indirizzo di voler procedere al risanamento delle aree tenuto conto della grave situazione di contaminazione e dell’esistenza di analisi di rischio preoccupanti. Tra l’altro gli stessi edifici potrebbero essere a loro volta contaminati.
Auspichiamo che il Ministero dell’Ambiente, soggetto competente per il SIN, proceda celermente dimostrando di far seguire alle parole i fatti.  Regione, Provincia e Comune si sono oggi impegnati su molte questioni che da tempo attendono una risoluzione. Non c’è più tempo da perdere.” STAZIONE ORNITOLOGICA ABRUZZESE ONLUS FORUM H2O