COLONNELLA – All’ATR di Colonnella sono state proclamate 40 ore di sciopero per rivendicare il diritto ad avere in tempi certi la retribuzione corrente ed arretrata. Non è possibile, infatti, dover continuare ad inseguire un’azienda che, nonostante il cambio di proprietà, non riesce a formalizzare e mantenere gli impegni.
Eppure il dott. Di Murro, attuale proprietario dell’ATR, nello scorso mese di luglio si è impegnato in Regione Abruzzo, davanti l’Assessore al Lavoro Piero Fioretti (a proposito, chi l’ha visto?), a saldare entro il mese di settembre tutte le spettanze arretrate dei lavoratori. E su quell’impegno i 150 lavoratori di ATR hanno programmato vite, scadenze, programmi. Peccato che settembre sia arrivato, ma non il promesso pagamento dei due stipendi arretrati.
Oggi l’azienda fa una proposta che ricorda più il gioco delle tre carte che una vera soluzione: ti pago adesso il mese di giugno, ti posticipo quello di settembre e mi impegno a pagare lo stipendio di luglio e la prossima tredicesima entro “qualche settimana” del 2020.
Certo, una proposta condita da programmi futuribili e narrazioni romantiche, che però non cambiano la sostanza delle cose: non sarà un video-progetto a garantire il futuro di un’azienda che fatica anche ad avere la visione del pagamento di una mensilità entro fine anno. Così come non sono sufficienti i propositi, per quanto meritevoli, di un imprenditore che vuole aiutare il proprio territorio se non supportati da fatti concreti.
Tra l’altro, programmi di grandi progetti tecnologici e sentimentali propositi, sono stati il leit motiv della precedente proprietà negli ultimi anni, ma purtroppo questi non sono stati sufficienti per tenere davvero in piedi l’ATR. E per questo che, prima di parlare di futuro, con lo sciopero si è voluto sottolineare la necessità di un intervento immediato dell’azienda con un’azione concreta ed evidente che dimostri un cambio di passo ed un’inversione di tendenza rispetto alla precedente gestione.
Infine, auspichiamo che espressioni come “siamo tutti maggiorenni e vaccinati” usate anche a mezzo stampa, siano frutto solo di un momento di tensione e non vogliano avere accenti e toni minacciosi che, oltre ad essere rispediti al mittente, non aiuterebbe certo a trovare lo slancio necessario per “remare tutti nella stessa direzione”.
I segretari provinciali di Teramo
FIM CISL Marco Boccanera
FIOM CGIL Mirco D’Ignazio
UILM UIL Angelo Gallotti