Il bilancio, per quanto provvisorio ed inattendibile, è comunque impietoso. Due partite e due sconfitte, una rete all’attivo (anzi, un’autorete) e quattro subite: di sicuro qualcosa non va, per adesso, ma non correremo il rischio di dimenticare quel Teramo stellare del 2014-’15, che alla fine approdò in Serie B sul campo, iniziando in maniera addirittura peggiore.

L’atteggiamento. Qualche dubbio lo nutriamo: lo “strano” nervosismo dei nostri, soprattutto di taluni (Cianci e Mungo, tanto per non fare nomi), e la quasi certezza che non si faccia filtro in mediana, pongono punti di domanda e di riflessione. Non va dimenticato, però, che Costa Ferreira, a Trapani, ha giocato da terzino, quindi potrebbe essere lui l’uomo giusto (almeno tra venti giorni) davanti a Cancellotti: l’incontrista, lì in mezzo, al momento, manca del tutto, non essendoci in organico atleti di quelle caratteristiche.

La ricostruzione. Ricordando che assemblare tutto daccapo non è facile (Celli, Infantino, Persia, Proietti e Speranza docet), è naturale che necessiti del tempo: quanto ancora? Chi ne mastica dice che 45-60 giorni siano necessari, quindi 6-8 partite. Non sarebbero poche, se così fosse, e pertanto non c’è da augurarselo; di sicuro nelle prossime 2 o 3 di campionato, il Teramo dovrà far punti, altrimenti correrà il rischio di aprire una forbice con le primissime troppo ampia e difficile da colmare. In fondo, se è vero che l’Avellino squadrone non è, è altrettanto vero che Bari, Catania, Catanzaro, Reggina e Ternana lo sono. Tra queste c’è chi è a punteggio pieno dopo due partite, chi è imbattuto con quattro punti e chi, avendo già perso, ne ha comunque tre…

Bruno Tedino. Siamo certi che si aspettava, lui per primo, molto di più dai suoi: probabilmente è già pronto, da allenatore diligentissimo qual è, a “rivedere” qualcosina, non crediamo tatticamente, ma tecnicamente. Si parla di quelle prime scelte che potrebbero, almeno in questa fase, diventare seconde, senza considerare che contro la Cavese, domenica prossima (si spera al “Bonolis”) la punta più punta (Cianci, bravo ad Avellino prima dell’espulsione – ndr) non ci sarà e che, pertanto, lì davanti qualcosa varierà.

I tifosi. Magnifici, molto, ma molto superiori a tutto e a tutti: quelli del “Diavolo” hanno cantato, ballato, inneggiato fino alla fine, quando a applaudirli è stata la curva dei tifosi irpini, mica una curva qualunque: c’è qualcosa da aggiungere?