CORROPOLI – Una serata straordinaria a Corropoli, in Val Vibrata. Grazie allo storico Giuseppe Lorentiniche ha presentato il suo libro “L’ozio coatto. Storia sociale del campo di concentramento fascista di Casoli (Ch) – 1940/1944“. Splendida serata culturale, arricchita da un pubblico numeroso e qualificato, oltre che dagli interventi delle docenti Italia Iacoponi, Monica Martelli e dell’attore Icks Borea, che ha letto alcune emozionanti lettere, tra cui quella di un internato sloveno trasferito dal campo di Corropoli a quello di Casoli. Presenti il Sindaco di Corropoli Dantino Vallese e il sindaco di Casoli Massimo Tiberini.
Nel corso della serata è stato ricordato che in Abruzzo furono attivi 16 campi di concentramento fascisti. In Val Vibrata erano presenti ad Alba Adriatica, Civitella del Tronto, Corropoli, Nereto e Tortoreto.
Durante l’incontro è stato altresì proiettato in anteprima un breve video di Francesco Di Toro, che racchiude in due minuti il lavoro svolto nel corso di due anni per il recupero dei “luoghi della memoria” dell’ex campo fascista di Casoli.
Questo incontro culturale, organizzata da Italico onlus, sorretta dal direttore artistico Dino Di Berardino, e Campocasoli.org, è stato fortemente voluto dalle due amministrazioni comunali di Corropoli e Casoli, per ricucire un tragico legame che ha unito i due comuni abruzzesi nel periodo dell’internamento civile fascista, poiché ottantadue internati “ex juogoslavi” – così definiti dal regime – dal campo di Corropoli furono trasferiti il 5 maggio 1942 nel campo di Casoli.
E’ stato, quindi, espresso il desiderio che i cinque comuni della Val Vibrata, sede di campi di concentramento, possano realizzare un centro di documentazione online, sull’esempio di campocasoli.org, curato da storici, docenti e alunni delle scuole vibratiane, così da offrire un risarcimento morale a coloro che subirono la privazione dei diritti, e incoraggiare soprattutto i più giovani alla riflessione e comprensione del patrimonio culturale del proprio territorio, affinché possano diventare parte attiva nella conservazione della nostra stessa storia.