303 morti, 388 feriti e 41.000 sfollati: il 24 agosto del 2016, alle ore 03:36, la terra tremò ad Amatrice ed una scossa di magnitudo 6.0 registrata ad Accumoli (RI), distrusse quattro centri abitati: Arquata del Tronto e la frazione di Pescara del Tronto, ma furono interessate, più o meno consistentemente, le province di Rieti, L’Aquila, Ascoli Piceno e Perugia. Le vittime subito accertate furono 299, quasi tutte di Amatrice, stracolmo di persone anche per l’estrema vicinanza del 27 agosto con la tradizionale sagra degli spaghetti all’amatriciana. Da allora il ritorno alla normalità è ancora lontano, dalle difficoltà abitative delle popolazioni locali ai problemi a far tornare i turisti, con il tragico risultato – precisa Coldiretti – di un crollo delle vendite dei prodotti locali che gli agricoltori, a prezzo di mille difficoltà, sono comunque riusciti a salvare dalla macerie, garantendo la continuità produttiva e, con essa, una speranza di ripresa in un territorio a prevalente economia agricola. Resta ancora un sogno.
“Sono passati tre anni dalla prima scossa di terremoto avvenuta alle 3.36 del 24 agosto 2016. Il nostro pensiero va alle persone morte sotto le macerie, ai feriti, agli sfollati, a chi ha perso gli affetti più cari, la casa, l’attività”. Così sul suo profilo Facebook il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli. “Ognuno di noi – aggiunge – ha nelle proprie famiglie o nel vissuto un legame diretto con quel dolore e con quella tragedia. Oggi ricordiamo con affetto chi non c’è più e tutte le Marche si stringono ancora di più attorno a chi ha perso tutto quella notte”. “Abbiamo intrapreso – spiega – la difficilissima strada della ricostruzione, che impone a ognuno di noi, istituzioni in primis, di fare al meglio la nostra parte, di non tirarci indietro mai, nemmeno di fronte alle difficoltà più grandi, allo scoraggiamento e anche alla rabbia di chi ha bisogno di risposte che restituiscano la speranza. I marchigiani – conclude – sono persone forti e con loro, grazie al loro coraggio, ce la faremo” – ANSA
ARQUATA DEL TRONTO (AP) – Le luci delle candele e un silenzio spettrale hanno fatto da sfondo alla commemorazione delle vittime del terremoto del 24 agosto 2016celebrata la notte scorsa a Pescara del Tronto, nel luogo dove quella notte vennero composte le salme dei deceduti. E’ stata una commemorazione composta, silenziosa, durante la quale il vescovo di Ascoli Piceno, mons. Giovanni D’Ercole, ha stretto idealmente a sé tutti i presenti: “siete miei fratelli e quello che è successo a voi è come se fosse successo a me”. Centinaia le persone presenti: parenti delle 52 vittime del territorio di Arquata del Tronto, sopravvissuti, autorità, tra le quali il sottosegretario Vittorio Crimi, il commissario alla ricostruzione Piero Farabollini, il capo della Protezione civile Angelo Borrelli, il sen. Giorgio Fede, la vice presidente della Regione Marche Anna Casini, il prefetto di Ascoli Rita Stentella, il presidente della Provincia Sergio Fabiani, il sindaco di Arquata del Tronto Aleandro Petrucci e quello di Ascoli Marco Fioravanti. Alle 3.36, ora della prima scossa, è stato letto l’elenco delle vittime, con ogni nome accompagnato dal rintocco di una campana. In precedenza il vescovo di Ascoli ha celebrato la messa in memoria. Tanta la rabbia per una ricostruzione che non c’è, ma ieri notte era tempo solo di lacrime e dolore nel
ricordo di chi non c’è più – ANSA