PESCARA – Una legge regionale, considerata pilota in Italia, il cui obiettivo è riconoscere i danni economici causati alle micro e medie imprese commerciali e artigiane dall’apertura dei cantieri per la realizzazione di opere pubbliche che impediscono la normale attività imprenditoriale. E’ quanto prevede la norma approvata all’unanimità dal Consiglio regionale dell’Abruzzo. Con un primo stanziamento di 400mila euro, sono previsti rimborsi alle imprese che hanno registrato mancati introiti a causa dei cantieri. I contenuti e le finalità del provvedimento sono stati illustrati in conferenza stampa dal presidente del Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, e dal consigliere e vicepresidente vicario Roberto Santangelo, promotore della norma. La Giunta regionale ha 45 giorni di tempo per varare il regolamento esecutivo. Tra le ipotesi c’e quella di una dichiarazione, da parte dei commercianti, di un fatturato medio giornaliero per accertare il mancato incasso. È stato inoltre stabilito che la norma, operativa da ottobre, ristorerà tutti i commercianti che hanno subito danni dal primo gennaio 2019. Inserita anche una clausola valutativa, per verificare se le risorse stanziate erano necessarie e sufficienti e se effettivamente sono stati raggiunti gli obiettivi previsti. “Questa legge – dice Santangelo – sancisce un giusto principio: coniugare il cantiere pubblico con il disagio che subiscono le attività commerciali e artigianali a seguito dei lavori. Spesso leggiamo di commercianti che si lamentano dei mancati incassi a causa dei cantieri, che molte volte si protraggono per mesi. Come Regione diamo ristoro a tutte quelle attività che subiscono questo mancato incasso. Riconosciamo il valore delle partite Iva, che non devono essere vessate dal seppur giusto cantiere pubblico, necessario per modernizzare il nostro territorio. È una legge unica in Italia. L’Abruzzo diventerà pilota perché abbiamo stabilito un giusto principio”. Nell’esprimere soddisfazione, Sospiri sottolinea che “è la prima volta che ci si mette dalla parte dei commercianti, degli artigiani e di chi alza la saracinesca. Non è pensabile solo dire, ad esempio – osserva il presidente – ‘riqualifichiamo una strada’ o ‘miglioriamo una fognatura’, mi devi anche dire che ciò non danneggia le attività presenti. Se danneggia le attività presenti e si può dimostrare un mancato introito è giusto che queste vengano ristorate”