ALBA ADRIATICA – Suscita davvero non poco stupore la lettura della breve nota inviata al Sindaco di Alba Adriatica da parte dell’associazione “Giustizia e Sicurezza” con la quale si chiede addirittura l’emanazione di un’ordinanza di chiusura del locale Il Gattopardo fino ad insonorizzazione dello stesso per asseriti disturbi al vicinato.
Dovrebbero i Signori della sopra citata associazione astenersi dal riportare pedissequamente le immancabili lamentele che altrettanto immancabilmente si accompagnano ad un locale splendido e unico della costa abruzzese il quale così tanto contribuisce a far conoscere, turisticamente e non solo, la nostra località in Italia e all’estero.
Parliamo di una struttura storica immersa in un parco secolare, straordinaria location selezionata da primarie agenzie nazionali per eventi di gusto e raffinatezza.
Dotata di ogni tecnologia di controllo del suono e assistita, in occasione di ogni evento, da una squadra di polizia privata composta da almeno venti membri che garantiscono una sicurezza ed un controllo maggiori del territorio rispetto a quando la stessa non è operativa.
Siamo ad Alba Adriatica, nota località turistica da sempre preferita da un turismo giovane e desideroso di svagarsi e divertirsi. come è giusto che sia durante le vacanze estive.
Ed ecco il problema: non solo ad Alba Adriatica ma più in generale in tutto il paese Italia, il dramma non è affatto la musica appena udibile nelle notti del sabato sera… non è il vociare di ragazzi che lasciano il locale…
il problema è l’insofferenza e la tristezza delle persone che non sopportano l’esuberanza dei giovani; che osservano in cagnesco il “loro orticello” (che poi non è affatto il loro) costituito dalla strada sotto casa invasa una sera a settimana da orde di ragazzi e perché no, da signori e signore più o meno attempate, che vogliono soltanto divertirsi in modo sano e naturale.
In una società in cui troppo spesso l’invidia e l’insofferenza nei confronti del prossimo ispirano le azioni di troppi individui il risultato sarà sempre il medesimo: il lamento diffuso che spesso trae in scacco anche le istituzioni.
Dunque che facciano pure. Che i tristi e gli insofferenti si lamentino come da loro natura.
Ma non pretendano di chiedere la “giustizia” poiché quel che da loro è agognato, null’altro sarebbe se non un autentico e triste sopruso in danno degli altri.