ROMA – Con il caldo torna la transumanza delle greggi, con un milione di pecore in meno rispetto a 10 anni fa. Colpa dei bassi prezzi pagati ai pastori, della concorrenza sleale dei prodotti stranieri spacciati per nazionali ma anche del massiccio consumo di suolo che ha ridotto drasticamente gli spazi e i tradizionali percorsi usati per la transumanza delle greggi. E’ quanto emerge da un’analisi della Coldiretti, in occasione della prima iniziativa a sostegno della candidatura della transumanza a patrimonio immateriale dell’Unesco, presentata dall’Italia capofila insieme a Grecia e Austria, che sarà esaminata a novembre. Oggi a Rieti, città scelta perché è il centro d’Italia, si sono radunati gli allevatori della Coldiretti con le loro 6mila pecore dirette per sfuggire al caldo lungo l’antica via di transumanza alla volta dell’altipiano di Rascino. Un’occasione per cittadini e turisti per imparare a mungere le pecore in maniera tradizionale, utilizzare il latte per la preparazione dal vivo della ricotta romana a denominazione di origine (Dop) e gustare le ricette più antiche preparate dai pastori durante la transumanza, dalla Pizza Rentorta all’Abbacchio romano Igp fritto fino alla Coratella. Un appuntamento che vuole anche affermare il valore sociale, economico, storico e ambientale del settore in un momento di grande difficoltà che mette a rischio il lavoro di 60mila allevamenti. In 10 anni il gregge Italia è passato da 7,2 milioni di pecore a 6,2 milioni, rileva Coldiretti, con pesanti ripercussioni anche sull’assetto del territorio. La pastorizia, rileva infine la Coldiretti, è un lavoro ad elevato valore ambientale, perchè è concentrata nelle zone svantaggiate e garantisce la salvaguardia di 38 razze a vantaggio della biodiversità locale – (ANSA).