ATRI – Immaginate uno splendido puzzle che raffigura una ridente cittadina in cima ad una collina. Bene, ora immaginate di togliere un po’ per volta i pezzi di questo puzzle fino a lasciare che dell’immagine rimanga solo l’ombra di sé stessa: questo è quello che negli anni sta accadendo ad Atri mentre gli amministratori stanno a guardare, accorgendosi solo in extremis della gravità delle situazioni e sperando di risolvere tutto attraverso delle “Cordate” di sindaci a supporto. E’ rimbalzata sulle testate giornalistiche, negli ultimi giorni, la notizia del probabile prossimo trasferimento della UOS di Senologia di Atri a Teramo. Un altro tassello dunque viene tolto dal puzzle che rappresentava il nostro ospedale, un tempo fiore all’occhiello della Sanità Pubblica Abruzzese. Ancora una volta il nostro sindaco si sveglia all’improvviso e pensa di risolvere tutto assicurandosi il supporto dei sindaci dei paesi limitrofi. E’ chiaro che la questione è strettamente politica: nel corso degli anni i nostri amministratori regionali ci hanno progressivamente ridotti in braghe di tela, mentre gli amministratori comunali stavano a guardare. Ci hanno tolto l’UOC “odontoiatria e chirurgia maxillo-facciale”, UOC di pediatria, la Medicina Nucleare, il laboratorio RIA, il centro di immunoematologia, l’Otorino laringoiatria, il centro di allergologia presso il centro trasfusionale, ostetricia e ginecologia.
La politica aveva già deciso a tavolino di declassare il nostro ospedale quando ha chiuso l’UTIC, lasciandoci una cardiologia con soli 4 medici che non riescono a coprire i turni, per poi poterci dire che non possiamo più essere un ospedale di 1° livello proprio perché non abbiamo l’UTIC.
Dulcis in fundo ci hanno tolto anche il punto nascite, chiuso per ragioni che ancora oggi, a distanza di circa quattro anni, sfuggono alla nostra comprensione, declassando di fatto anche la pediatria. Oggi si parla di rinvigorire il punto nascite di Sulmona che ha meno della metà delle nascite che aveva Atri.
Non osiamo immaginare per quale motivo abbiano sbandierato ai 4 venti la nomina dei primari di UOC di ortopedia e chirurgia, espletato i concorsi, fatto la graduatoria, ma dopo mesi non abbiano ancora nominato nessuno.
Per usare un eufemismo direi che è quantomeno difficile vedere in questo depauperamento progressivo l’intento di perseguire l’interesse e la tutela della salute della collettività. Direi che molto più probabilmente rientra tutto in un progetto politico preciso, che i nostri amministratori, a vari livelli, antepongono al loro dovere istituzionale di assicurare e tutelare la salute pubblica di un bacino di utenza che abbraccia circa 18 comuni. Sarebbe il caso che l’amministrazione si opponesse a quanti continuano a depredare la nostra cittadina di importanti servizi, che battesse i pugni per farsi ascoltare dalla giunta regionale, che difendesse a spada tratta il San Liberatore e tutto quanto esso rappresenta per il nostro territorio. Probabilmente se avessero a cuore la salute dei cittadini ed il pregio del nostro ospedale lo avrebbero già fatto.
Cinzia Di Luzio
Consigliere Comunale del MoVimento 5 Stelle di Atri