TERAMO – Dopo nove anni chiudono le Officine Indipendenti, l’associazione torna a  non avere una sede fisica così come quando venne aperta nel 2007 per poi  nel 2010, affiliandosi all’Arci, costituirsi in circolo ricreativo  culturale a Corso Porta Romana.
Otto anni di battaglie con l’amministrazione di centrodestra costellate  di ordinanze di chiusure,ben 3 e di inaugurazioni,di riaperture a
seguito delle quali mese per mese abbiamo avuto la sensazione che  potesse essere l’ultimo.
Nove anni nei quali non ci siamo mai risparmiati, abbiamo mantenuto la promessa di “Paz” iscritta sulla parete del circolo di porta romana “non  tornare indietro neanche per prendere la rincorsa”. La chiusura delle Officine chiude anche la sede Provinciale del Comitato  Arci Teramo che verrà spostata all’interno dello spazio acquisito nella Stazione di Pineto tramite un bando pubblico delle Ferrovie dello  Stato. Questo trasloco in tempo di grandi discussioni sulla  desertificazione dell’entroterra post sisma rappresenta un grande  disagio per i circoli della montagna oltre all’impoverimento del  capoluogo)
Abbiamo atteso per 13 mesi che il nuovo corso dell’amministrazione del  capoluogo di provincia mostrasse la discontinuità da molti sperata  invece abbiamo ricevuto indifferenza e nessuna risposta.(Brucchi in un lasso di tempo così ampio avrebbe sicuramente provveduto ad un’ordinanza  di chiusura)
Una parte di ciò che si definisce sinistra a Teramo potrà gioire questa  sera avendo contribuito alla desertificazione del territorio, potrà
gioire di splendere nella mediocrità imbastendo discorsi sulla  meritocrazia ma tenendosi rigorosamente distanti dal merito delle
questioni.
La città rimane da oggi carente in luoghi di aggregazione dove ospitare  eventi collettivi anche in inverno. La socializzazione torna ad essere  schiacciata nella dimensione dei bar e non avrà altri luoghi, una città  per studenti della scuole superiori con l’ambizione di fuggire fuori  all’università.
La città universitaria non è mai giunta per colpa di scelte  amministrative che hanno impoverito il territorio.
Dopo un anno non meritiamo risposta per il progetto di recupero  dell’appartamento confiscato alla criminalità organizzata a Via Molinari  per questo come tradizione dinanzi a tutte le difficoltà rilanciamo con  il progetto di recupero di un bene pubblico per una riqualificazione  urbana tramite la costituzione di una Cooperativa di Comunità Teramana  dove far confluire le Officine e tante altre esperienze della città  realizzando un centro di aggregazione polivalente e rendendo più solido  l’associazionismo giovanile strutturalmente fragile. Imparare a fare  meglio insieme come un filosofo tedesco ricordava per raggiungere  “Ognuno secondo le sue capacità, a ognuno secondo i suoi bisogni”.

Le Officine chiudono perchè non sono una associazione di baristi e non  sono mai volute essere un ghetto, i ghetti li forma chi governa.