Ai genitori che sempre più numerosi si rivolgono a me per chiedere certezze sul futuro della scuola, ecco cosa sento e ho il dovere di dire. Se la proprietà non ha comunicato di voler interrompere il percorso degli studenti del Liceo a chi avrebbe dovuto e quando avrebbe dovuto, ha l’obbligo non solo morale di assicurarne il regolare svolgimento. E questo vale, in modo particolare, per le classi terminali del quinquennio. Il Liceo D’Annunzio di Corropoli ha sperimentato e ancora purtroppo sta sperimentando cosa accade ad un’istituzione in difficoltà: MOLTI si preoccupano del futuro, POCHI agiscono per costruirlo questo futuro, affrontando i problemi, MOLTISSIMI si occupano nella demolizione di un bene diventato ingombrante,improvvisamente percepito non più come RISORSA PER UN TERRITORIO CHE STA FATICOSAMENTE RISALENDO LA CHINA, ma come FARDELLO PESANTE da abbandonare per strada, non riconosciuto né dai padri che lo hanno fondato e lo stanno affondando, né dai padrini che ne hanno tratto vanto, né dai padroni che, trattandosi di una Fondazione, non possono trarci utile. Occorre voltare le spalle a tutto questo e voltare pagina nella gestione di un’offerta formativa assolutamente inedita per questo territorio. Questo chiedono le famiglie e questa è la convinzione che muove l’attuale Consiglio di Amministrazione e il coordinamento didattico del Liceo nel perseguire con fermezza l’obiettivo di confermare agli studenti un quinquennio di studi di qualità come nella tradizione di questo Liceo. Tanto è stato assicurato alle famiglie in pubblica assemblea dagli Amministratori Comunali di Corropoli e tanto risulta da un verbale dell’Assemblea dei Soci. Comportamenti evasivi non possono che alimentare un giudizio di inadeguatezza complessiva a gestire la fase critica in atto e rallentare il rilancio del Liceo. Chi non sa o non vuole o non può gestire si faccia da parte, per lasciare un futuro sereno ad una scuola che ha tutte le carte in regola per promuovere una formazione decisiva per lo sviluppo scientifico tecnologico di questo territorio e non solo. In questa direzione dovrebbe agire per vocazione la buona politica. Ci lamentiamo che i nostri giovani debbano andare lontano per formarsi ad un lavoro proficuo e poi facciamo carta straccia di un’eccellenza formativa. Non è possibile dedicare il nostro tempo di professionisti della scuola per rispondere ad attacchi e allarmismi avario titolo messi in circolazione, che producono disorientamento nelle famiglie e sconforto nei giovani studenti. La scuola è un bene sommamente pregevole, ma anche fragile, perché fragile è il materiale umano in formazione nel periodo adolescenziale. Sarebbe perciò decisivo, nel frattempo, intimare di agire a chi, da socio della Fondazione si permette o di restare inerte o di fomentare secessioni verso altri lidi. Posizioni queste che, per qualsiasi fondatissime ragioni siano sorte, per essere legittime mettono quanto meno in discussione il permanere dello status di socio della Fondazione Val Vibrata College di chi le persegue. Credo siano maturi i tempi perché l’attuale Consiglio di Amministrazione di una Fondazione senza scopo di lucro lavori per promuovere un passaggio rapido ad un rinnovato ente gestore che creda nel progetto di scuola che le famiglie hanno scelto e che bravi insegnanti hanno sostenuto. Il piano di ripresa può essere migliorato come può e deve essere formata una squadra che gli dia gambe e risorse. Leonilde Maloni