L’indagine – in cui sono stati sequestrati prodotti vinosi e strutture per circa 70 milioni di euro – ha evidenziato un sistema di produzione e commercializzazione illecito, gestito da tre gruppi della
provincia di Lecce, a volte complementari tra loro, accusati di immettere in commercio prodotti falsamente biologici o a marchi tutelati a prezzi molto bassi, mettendo fuori mercato le aziende
in regola che invece lo producono lecitamente con le pratiche enologiche. Delle 11 misure cautelari, 6 persone sono state portate in carcere e uno è il funzionario dell’Ispettorato frodi di Lecce.
Un vinicoltore è stato invece arrestato in flagranza, mentre era intento alla sofisticazione. Altri 5 sono agli arresti domiciliari. Sono 41 in tutto le persone indagate e sono state compiute 62 perquisizioni, tra quelle personali nei confronti di imprenditori, operatori del settore vitivinicolo e quelle in ambienti di aziende in Puglia, Campania, Lazio e Abruzzo. Sono stati i Carabinieri dei Comandi provinciali di Lecce, Brindisi, Salerno, Napoli, Roma, Caserta e Chieti, supportati dall’alto da un velivolo del 6° Nucleo Elicotteri Carabinieri di Bari, a dare esecuzione all’ordinanza emessa dal Gip del Tribunale di Lecce, su richiesta della Procura di Lecce. Secondo gli investigatori, aggiungendo sostanze zuccherine ottenute da canna da zucchero e barbabietola, veniva creato un
prodotto vinoso a basso costo commercializzato in Italia e all’estero come vino di qualità o addirittura biologico e a marchio Dop (Denominazione origine protetta), Igp (Indicazione geografica protetta), Doc (Denominazione origine controllata), marchi con i quali l’Unione europea riconosce la peculiarità di un vino condizionandone però l’uso alle specifiche tecniche di produzione di qualità. E’ stato invece trovato anche vino di origine spagnola ‘trasformato’ in vino pugliese Doc o Igt (Indicazione geografica tipica). Adulterata anche la creazione di un prodotto commercializzato come aceto balsamico di Modena, con zucchero miscelato ad altre sostanze chimiche. Per le indagini, sono state utilizzate anche intercettazioni telefoniche e riprese video, pedinamenti, analisi di sostanze e prodotti, documentazione di trasporto – (ANSA).