La calura estiva si fa davvero implacabile dalle nostre parti, ma non è che dalle parti di Osaka, il clima deve essere così favorevole, se il nostro Presidente del Consiglio non ha avuto esitazione nel dichiarare che “piaccia o non piaccia le leggi vanno rispettate e se la Sea Watch ha disatteso le normative vigenti nel Paese Italia, è giusti che la Capitana Carola Rackete sia posta agli arresti domiciliari”.
Ora, io era stato educato alla idea che i Paesi hanno come supremo fine, quello di trovare una concordia tra le diverse posizioni che le rispettive nazioni assumono per ogni problema si può determinare.
Così in Italia non è: l’Italia è un Paese che ignora che l’Africa nel 2050 avrà qualcosa come due miliardi e mezzo di persone e che, per quanto riguarda una azione di sviluppo e di emancipazione di quelle popolazioni, non solo non facciamo nulla di sistematico e durevole, ma continuiamo a depredare tutto quello che è possibile in quella parte del mondo.
La mia sensazione è che noi abbiamo l’ardire di tappare le cascate del Niagara con un dito, illudendoci che tonnellate di acqua al secondo possano essere frenate e, forse, addirittura deviate.
Si narra che il Presidente USA Roosvelt esercitasse quotidianamente, prima di andare a letto, l’arte della modestia e della relatività. Lo faceva affacciandosi e guardando le costellazioni. Esordiva dicendo al suo collaboratore: “Vedi noi siamo all’interno di una galassia, la Via Lattea, neppure la più grande di quelle presenti nel firmamento: in questa galassia ci sono molti sistemi stellari ed uno di questi è quello del Sole, neppure il più grande: all’interno di questo sistema ci sono diversi pianeti, tra cui la Terra, che non è certamente il più grande. Nella Terra ci sono aree emerse e grandi oceani: sono questi ultimi che occupano la gran parte del nostro pianeta. Tra le terre emerse ce n’è una che si chiama America, ma non è sicuramente la più grande tra le diverse aree, sopra le acque. Adesso che sono ritornato piccolo abbastanza, posso andare a dormire”.
Ecco, questo aneddoto dovrebbe essere divulgato a tutti i nostri politici che credo abbiano perso il senso della misura.
Perché il politico che guarda alle future generazioni, riflette e medita se un suo agire in favore della comunità abbia un senso, a differenza di chi non pensa neppure che ci sia un obiettivo finale in quello che compie, ma si ferma al solo consenso che può trarre da iniziative “spot” anche in contraddizione le une con le altre.
Tornerei al “piaccia o non piaccia” che come espressione, mette a nudo una volontà muscolare, un desiderio di entrare a gamba tesa nella comunità internazionale, non tanto per individuare gli elementi che uniscono, ma per scompaginare i già fragili equilibri, compiacendosi di aver fatto qualcosa di fragoroso,,, e pazienza per le conseguenze!
La legge, quella vera, si basa sull’ascolto reale delle necessità, che sono non tanto in avversione a coloro che hanno un colore della pelle diverso, quanto in favore di azioni che possano elevare la dignità e la qualità della vita di tutti: prerogative che certamente non potranno mai essere solide e durevoli se costruite sulla cattiveria e sul cinismo fatto di calcoli e di tornaconti.
Ernesto Albanello