L’AQUILA – Stamattina durante il consiglio regionale è stata discussa l’interpellanza presentata dal consigliere regionale del Pd Antonio Blasioli sulla mancata applicazione della L.R. 5 ottobre 2015 n. 24 “Disposizioni in favore dei soggetti con disturbi specifici di apprendimento (DSA)”.
“Si tratta di un tema, quello dei disturbi specifici dell’apprendimento, che coinvolge molte più famiglie di quanto si immagini – ha dichiarato Blasioli -. Il numero degli alunni con DSA, infatti, in Italia sono circa 254mila, secondo quanto emerge dalle statistiche riportate in un report del MIUR pubblicato nel 2018. La scuola in questo caso può fare molto e oggi ha assunto un ruolo da protagonista. A tal proposito, basti pensare che nel 2010 gli alunni a cui venivano diagnosticati disturbi specifici dell’apprendimento risultavano essere lo 0,7%. Con l’approvazione della legge n. 170 del 2010, che ha riconosciuto il ruolo delle scuole nella individuazione degli studenti con queste caratteristiche biologiche, oggi (statistica del 2018), grazie al controllo diretto e attento dei docenti, le diagnosi sono salite al 2,9% (2,4% nella nostra regione), per cui mediamente in ogni classe ci sono 4 alunni con dislessia, disortografia, disgrafia o discalculia.
La legge 170 del 2010 attribuisce al Servizio Sanitario Nazionale il compito di diagnosticare i disturbi dell’apprendimento, ma apre ad una possibilità, che la nostra Regione nel 2015 ha accolto. Ovvero la possibilità di accreditare strutture o specialisti che possono individuare in tempi strettissimi dei disturbi dell’apprendimento sugli alunni. Una opportunità importante, perché ancora oggi in molte famiglie c’è una certa ritrosia ad accompagnare i proprio figli a sottoporsi a queste diagnosi, visti anche i lunghissimi tempi di attesa, per la Regione Abruzzo la stima è di sei mesi.
Questo vuol dire che in attesa di una diagnosi, un ragazzo si trova a dover seguire attività didattiche non calibrate alla sua personalità e lo stesso vale per le prove d’esame. Tutto ciò spesso comporta problematiche emotive importanti e il conseguente abbandono scolastico. Una situazione intollerabile.
Nel 2015, però, la legge 24 ha previsto la possibilità di affiancare, come già detto, il servizio nazionale, accreditando, appunto, strutture e specialisti che possano garantire diagnosi di DSA in tempi certi.
Il problema oggi è che la commissione tecnica, che in sostanza ha funzione propedeutica alla scelta delle strutture e degli specialisti, stabilendone i requisiti e valutandoli, non si è mai costituita né riunita. E con loro neanche il tavolo di monitoraggio delle associazioni che si occupano di DSA e, per questo, ho voluto sollecitare la Regione affinché provvedesse quanto prima a sanare questo vulnus.
A seguito delle mia interpellanza, l’assessore Verì ha fatto sapere che l’agenzia sanitaria ha risollecitato nuovamente la designazione dell’unico componente all’ordine dei pediatri. Il 19 giugno, ottenuta l’indicazione, la Commissione si è riunita ed ha approvato il regolamento interno di funzionamento. Ciò significa che in breve tempo i nuovi accreditati aiuteranno le strutture di neuropsichiatria infantile, che svolgono un ottimo lavoro ma con organico ridotto, e i tempi per le diagnosi si contrarranno notevolmente”.