“Durante il prossimo consiglio regionale, il 18 giugno, si discuterà l’interpellanza che ho presentato per sapere cosa intende fare il governatore Marsilio per tutelare i circa mille lavoratori delle filiali della Banca Popolare di Bari e per scongiurare il rischio della chiusura degli sportelli nei piccoli Comuni della nostra Regione, alla luce della preoccupante situazione in cui versa il bilancio della BPB”. Con queste aprole il consigliere regionale Pd Antonio Blasioli illustra l’interpellanza che ha depositato sulla situazione della Banca Popolare di Bari.

“Questa interpellanza – continua Blasioli – vuole dar voce al grido d’allarme lanciato dai sindacati nei giorni scorsi e parte da alcuni dati che mi hanno allarmato e dalla mancanza di qualsiasi certezza sul futuro.

Nel bilancio consolidato BPB 2018, si registrano perdite per 372 milioni di euro, una perdita pesantissima, la più pesante degli ultimi anni,  se si considera che la perdita che comportò la riduzione del capitale del 20 per cento del valore delle azioni ammontava a 297 milioni di euro.

Leggiamo che la banca popolare di Bari si preparerebbe a cedere tre portafoglio, quello relativo al settore energia, quello relativo ai mutui residenziali e quello relativo alle piccole e medie imprese, ma pare che si appresta anche a cedere partecipazioni societarie, senza che, ad oggi, sia comprensibile a quali società. Una situazione allarmante, che dovrebbe preoccupare questo Consiglio regionale per almeno due motivi: la ricaduta occupazionale, o meglio la disoccupazione di circa 1000 dipendenti del gruppo Tercas ed ex Caripe, e il rischio chiusura degli sportelli in moltissimi centri piccoli e in centri montani della nostra regione.  Quali sono le possibili conseguenze?

La prima coinvolge i lavoratori. Una cessione potrebbe determinare una forte sforbiciata ai 1000 dipendenti della banca presenti nella nostra Regione, mantenuti grazie al lavoro dei sindacati nel difficile processo di fusione iniziato nel 2014 e terminato il 24 giugno 2016 (fusione per incorporazione di Tercas e Caripe).

La seconda riguarda la ricaduta sui 101 sportelli presenti nella nostra Regione e spesso anche nei piccoli centri e nei centri montani. Parliamo di economia del territorio e di sopravvivenza dei nostri Comuni, parliamo di 101 sportelli situati , fra l’altro, a Civitaquana, Collecorvino, Civitella, Cugnoli, Farindola, San Valentino, Tocco a Casauria, Torre Dei Passeri, Arsita, Aprati, Campli, Canzano, Castelli, Colonnella, Pietracamela, Torricella Sicura, Isola del Gran Sasso, Carsoli, S. Maria Imbaro, Poggiofiorito, ecc.

Alla data odierna, la Bpb non ha ancora presentato il piano industriale 2019-2023, provocando preoccupazione e incertezza nei lavoratori, soprattutto del gruppo ex Banca Tercas e Caripe. Un piano industriale che doveva essere presentato a febbraio e che ora sarebbe affidato ad un ufficio da creare di cui non è dato sapere di più.

 

Per questo chiediamo al Presidente della Giunta regionale Marsilio se intende attivarsi con la dirigenza della Banca Popolare di Bari per conoscere le strategie del Piano industriale 2019-2023 e su come esse abbiano riflesso per la Banca ex Caripe e Tercas e, conseguentemente, come intende muoversi per la salvaguardia del personale e degli sportelli dei piccoli Comuni e delle aree interne”.