I veri attori di un miracolo prima sociale e dopo sportivo sono tre. Il ruolo del Sindaco, infatti, è pari all’operato di un atto istituzionale puro, dinanzi al quale le parti si presentano per cortesia e per rispetto istituzionali (cosa che il primo cittadino merita, soprattutto D’Alberto), ma è evidente che se la quadra non la si trova, nulla avrebbe potuto nessuno. Restano allora tre i prim’attori: – il neo presidente Franco Iachini, che senza guardare troppo ai costi di un’operazione non facile, ha concretizzato ciò che non hanno saputo fare altrove, dinanzi ad una situazione difficile e davvero molto onerosa. Inutile fare un elenco lunghissimo ed interminabile di esempi eclatanti nei quali il calcio era scomparso, ma i casi ultimi di Avellino, Bari, Cesena, Modena e Reggio Emilia sono dietro l’angolo e quindi recentissimi. Iachini è uscito allo scoperto e senza mezzi termini ha dettato le proprie condizioni, facendo forza sia sulla propria solidità economica sia sulla propria concretezza, forse anche spinto dalla volontà sportiva della città e non soltanto, puntando al massimo pur sapendo che Luciano Campitelli, il suo predecessore, con la stessa volontà, non sappiamo se con la stessa forza economica, in 11 anni non era mai riuscito ad abbinare Calcio&Stadio, se non tirando fuori una somma complessiva (a perdere) non inferiore ad 1.500.000 di euro… Dicevamo dei prim’attori: – l’ex presidente Luciano Campitelli. Avrà fatto cose bellissime e anche tanti errori, avrà fatto sognare una città come mai era stato in un secolo di storia, per poi “ucciderla” in due mesi per qualche stupida leggerezza, nulla di più, ma l’ex presidente (che lunedì sarà ospite di Supergol – ndr) iniziò dalle ceneri di una storia per riportare il calcio vero a Teramo. 11 anni lunghissimi, conditi da una passione che auguriamo a Iachini di poter ereditare anche al 50%, da una voglia di emergere e di confrontarsi con il calcio vero tra gioie e lacrime, che non hanno limiti. Dalla Promozione regionale, da Castelnuovo-Teramo a Teramo-Ternana di Serie C, per un calcio che non appartiene a L’Aquila, non appartiene al Chieti, non appartiene al Lanciano, non appartiene alla rivale storica Giulianova. Altro prim’attore? – Sabatino Cantagalli, che stava passando per quello che non è, cioè un anti-teramano. In fondo chi ha lasciato senza la voglia o la necessità di farlo, probabilmente anche ad un costo e a delle condizioni che non lo soddisfano appieno, è stato lui, che considerava il Bonolis una sua creatura, lui che l’ha creato e curato ancora prima dell’inaugurazione farlocca del 2008. Nonostante ciò ha mollato. Forse anche per rispetto agli affetti più cari, ma sicuramente per Teramo, la sua città, e per il Teramo Calcio. In fondo il primo a doverlo ringraziare, anche in privato, dovrà essere proprio lo stesso ex Presidente.
Adesso si volta pagina: si punta in alto, a fare meglio di sempre, forse: il neo-Presidente non è uomo di calcio, ma uomo d’affari. Punta ad investire tanto oggi, per avere domani, quanto prima e più possibile. Ci sta.