TERAMO – L’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della provincia di Teramo esprime il proprio plauso all’amministrazione comunale di Roseto degli Abruzzi per l’annuncio dell’approvazione del PEBA – Piano Eliminazione delle Barriere Architettoniche, ma, per tramite del suo presidente, Arch. Raffaele Di Marcello, ricorda alle amministrazioni che sono obbligatori da oltre trent’anni.
“I P.E.B.A., ovvero i Piani di Eliminazione delle Barriere Architettoniche, sono gli strumenti in grado di monitorare, progettare e
pianificare interventi finalizzati al raggiungimento di una soglia ottimale di fruibilità degli edifici per tutti i cittadini – evidenzia
l’Arch. Di Marcello – e sono stati introdotti nel 1986, con l’articolo 32, comma 21, della legge n. 41, e integrati con l’articolo 24, comma 9, della legge 104 del 1992, che ne ha esteso l’ambito agli spazi urbani.
Essi sono lo strumento individuato dalla nostra normativa per monitorare e superare le barriere architettoniche insistenti sul territorio. Il Piano, di cui ogni comune dovrebbe già essersi, obbligatoriamente, dotato, è teso a rilevare e classificare tutte le barriere architettoniche presenti in un’area circoscritta e può riguardare edifici pubblici o porzioni di spazi pubblici urbani (strade, piazze, parchi, giardini, elementi arredo urbano.”
“Il piano – continua il presidente dell’Ordine – deve poter individuare anche le proposte progettuali di massima per l’eliminazione delle barriere presenti e fare la stima dei costi: i P.E.B.A., infatti, non sono solo uno strumento di monitoraggio, ma anche di pianificazione e coordinamento sugli interventi per l’accessibilità poiché comportano una previsione del tipo di soluzione da apportare per ciascuna barriera rilevata, i relativi costi, la priorità di intervento. Sarebbe inoltre utile che i Comuni coordinassero i P.E.B.A. con gli altri strumenti di pianificazione urbanistica e individuassero la figura del “Disability manager” in modo da attivare tutte le procedure e le azioni utili a rendere le città realmente accessibili a tutti.”
L’appello, quindi, è a seguire, subito, l’esempio di Roseto, attivando la necessaria fase pianificatoria alla quale devono, però, seguire azioni concrete per l’eliminazone delle barriere psico-fisiche negli spazi pubblici, e privati, delle città.