TERAMO – Gloriano Lanciotti si dice incredulo dalle dichiarazioni del Governatore Marco Marsilio sulla vicenda dell’accorpamento dell’ente camerale di Teramo con quello de L’Aquila. Il Presidente della Cciaa aprutina carte alla mano replica a Marsilio. “Come è possibile non abbia ricevuto alcun atto formale se in data 2 maggio il Direttore Piergiorgio Tittarelli scriveva al Ministero dello Sviluppo Economico allegano la delibera del Consiglio camerale del 26 marzo?”. Il riferimento è alla delibera numero 2 nella quale, prendendo atto dell’ordinanza del Tar Lazio del 15 marzo, si richiedeva la sospensione del procedimento di accorpamento tra le Camere di Commercio di Teramo e L’Aquila. Alla luce di tutto questo la Regione sollecitava il 2 maggio scorso il parere del Mise in ordine alla sospensione del procedimento di accorpamento da parte dell’ente camerale teramano. Dunque gli uffici regionali avevano e hanno l’atto formale della Camera di Commercio. Lanciotti poi arriva nel merito dei poteri della Regione in merito al processo di sospensione, ricordando l’esistenza di una delibera della Regione Emilia Romagna (del 27 dicembre) di “sospensiva” della fusione tra le Cciaa di Ferrara e Ravenna. “Una delibera molto chiara: è la Regione che deve pronunciarsi nel merito. E comunque la sospensiva della Regione non va ad incidere in maniera definitiva sul processo di fusione in atto, ma consentirebbe alle Cciaa di attendere il pronunciamento della Corte Costituzionale” , precisa Lanciotti.