PESCARA – “Ho riferito ai miei superiori e ritenevo di avere fatto tutto il mio dovere”. Così il dirigente della Prefettura di Pescara Giancarlo Verzella, indagato insieme ad altre sei persone, tra le quali anche l’ex prefetto Francesco Provolo, nell’ambito dell’inchiesta bis, per depistaggio e frode processuale, sul disastro dell’hotel Rigopiano di Farindola (Pescara) in cui morirono 29 persone.
Verzella è salito al quinto piano del Palazzo di Giustizia, in compagnia del suo legale Vincenzo Di Girolamo, intorno alle 8.30 di questa mattina ed è stato interrogato per circa mezz’ora dal procuratore Massimiliano Serpi e dal sostituto Andrea Papalia, titolari dell’inchiesta. Era stato lo stesso Verzella a chiedere di essere ascoltato subito dopo avere ricevuto la notifica di avviso di conclusione delle indagini.
“Il mio assistito ha risposto alle domande dei procuratori, ribadendo la posizione già espressa – ha spiegato l’avvocato Di Girolamo -. In particolare ha escluso di avere mai, a titolo personale o concorrendo con altri, inteso depistare il corso delle indagini”.
Oltre a Verzella questa mattina era previsto anche l’interrogatorio di un altro indagato, il viceprefetto distaccato Salvatore Angieri, che però è stato posticipato al 30 maggio. (ANSA).