Nonostante sia in corso una campagna elettorale che imporrebbe una riflessione approfondita sui temi nevralgici per la città, nessuno dei miei oppositori si è finora fermato ad ascoltare i bisogni di un mondo significativo e indispensabile, come quello del sociale e dell’associazionismo. Ritengo che il modello di welfare cittadino vada  ripensato e rimesso in piedi con azioni incisive che un’amministrazione, può e deve fare. E un’amministrazione comunale DEVE aiutare il sociale, mantenendo quelle forze vive che a Giulianova si fanno carico da anni dei più deboli, delle condizioni di fragilità economica e della disabilità. Queste forze sono la Giulianova viva, quella che conta davvero e costituiscono le braccia del Comune laddove con i suoi mezzi non riesce ad arrivare. Noi a questo mondo dobbiamo garantire supporto e presenza e dovremo dimostrare di saper camminare accanto al sociale. Come? Innanzitutto la politica può e deve favorire azioni di “mecenatismo sociale”. In tempi recenti dove la categoria del mecenatismo era associata a quegli imprenditori che si facevano carico di brillanti operazioni culturali, io ritengo che in tempi di difficoltà economiche il mecenatismo, il supporto dei grandi operatori economici cittadini vada avvicinato al sociale. Ecco dunque che io voglio incoraggiare una nuova forma di mecenatismo declinato nella forma della responsabilità sociale delle imprese, in modo da elaborare insieme grandi progetti di sostegno per la comunità che possano al tempo stesso restituire alle imprese un ritorno d’immagine sotto il profilo etico.
Questa idea di fondo va accompagnata con altre misure importanti, ovvero la ristrutturazione e la riqualificazione dell’Unione dei Comuni “Terre del sole”. Oggi questo organismo, di cui Giulianova è capofila, è ingessato e appesantito e non a caso Roseto si sta chiamando fuori dall’Unione, mentre Notaresco non ha mai voluto farne parte. Dobbiamo sensibilizzare la Regione per alleggerire e semplificare i poteri e le funzioni di questo organismo, ma dobbiamo al tempo stesso dare forza e continuità alla consulta delle associazioni di volontariato. Dobbiamo pensare ad una riorganizzazione dei nidi comunali, ottimizzando e migliorando i servizi offerti al loro interno e offrire strumenti di valorizzazione e supporto dei centri aggregativi presenti sul territorio e molto validi. Da sindaco inoltre ho tutta l’intenzione di battermi in Regione per modificare il regolamento  regionale di assegnazione delle case popolari in modo da prevedere criteri che siano il più possibile aderenti alle fasce del bisogno espresso dalla mia comunità.
E poi bisogna attivare strumenti come uno sportello di denuncia per i casi di violenza su donne, ma anche su minori e anziani visto che le cronache ci consegnano episodi ricorrenti anche verso i minori e la terza età sempre più vulnerabile. Infine mi preme ribadire che, prima ancora delle battaglie che saremo chiamati a riprendere per il nostro ospedale, dovremmo batterci per prima cosa per non perdere il consultorio. Ad oggi il consultorio della Asl è praticamente inattivo poiché tutti gli operatori sono andati in pensione e non sono stati sostituiti. Noi chiederemo alla Asl e alla Regione risposte immediate in tal senso perché il consultorio è indispensabile per quelle persone che non possono permettersi cure private o servizi di supporto ginecologico o psicologico. Oggi cittadini e istituzioni sono sulla stessa barca per cui è indispensabile stipulare una sorta di patto sociale che guardi alle esigenze delle famiglie, dei giovani, dei pensionati, e delle persone in povertà in modo  da costruire un futuro possibile. Io mi impegno a cercare una strada con loro.
Jwan Costantini