Caro sindaco
Sono passati oramai più di due anni dal disastroso terremoto che ha portato migliaia di abitanti della provincia di Teramo e di tutto il centro Italia lontano dalle proprie case.
Vedo che dopo tutto questo tempo, poco è stato fatto, ma molto è stato programmato per chi ha casa inagibile in categoria ‘E’
Vengo infatti a sapere che, in una riunione di inquilini ATER, lei ha espresso la sua decisione di rendere obbligatorio lo spostamento di noi sfollati negli appartamenti comprati dalla regione.
Credo di parlare per conto di tutti gli interessati, quando scrivo che noi terremotati gradiremmo tornare al più presto nelle nostre amate case, frutto del nostro sudato lavoro, e non procrastinare la situazione di disagio in sistemazioni di dubbio profilo, che rischierebbero nel tempo di diventare definitive e addirittura a pagamento…
Quello che è certo è che tutti noi sfollati ci siamo a fatica ambientati e, con grande stress, abbiamo ristabilito nuove relazioni sociali e ricostruito una felice integrazione nei territori di nuovo domicilio.
Un ulteriore spostamento sarebbe davvero deleterio, e credo che tali lesioni sarebbero un aspetto integrante della violazione del diritto alla salute, specie nel momento in cui comportano la menomazione delle facoltà intellettive, sotto il profilo del danno alla vita di relazione, causato dallo spostamento forzato e dalla disgregazione sociale che questo causa.
Con tutto il rispetto, sindaco, ma io non credo di essere un pacco postale.
Sa che alle recenti elezioni comunali ho anche votato per lei? Sì,ho votato un Democratico.
Ma parola obbligatorio non fa parte né del nostro partito, né del nostro popolo.
Magari Lei dirà che le decisioni non le prende di persona, ma le arrivano dall’alto…
Allora qual è il suo compito, sindaco, se non quello di difendere il popolo che rappresenta?
Quale, se non quello di fare in modo che tutti i cittadini siano liberi di scegliere il proprio futuro?
Quale, se non quello di fermare l’ ennesimo oltraggio perpetrato ai danni dei più deboli?
Chiediamo quindi di superare l’obbligo, sia immediato che futuro, in favore della scelta democratica e di quella libertà di cui ogni sindaco è tenuto a farsi portavoce.
Assunta Di Donato