“L’annunciata chiusura del traforo del Gran Sasso, a partire dal 19 maggio prossimo, rischia di ricacciare indietro l’Abruzzo di decenni”. Lo dichiara il presidente della Cna Abruzzo Savino Saraceni, dopo l’annuncio, da parte di Strada dei parchi spa, di voler chiudere al traffico il traforo a tempo indeterminato, in relazione alle polemiche per l’inquinamento dell’acqua. “Siamo in presenza di un indecente balletto di responsabilità – dice Saraceni – tra governo, Regione e gestore i cui danni finiranno per essere pagati dalla collettività abruzzese: pendolari e
autotrasportatori, innanzitutto, che per attraversare l’Abruzzo da est a ovest dovranno allungare sensibilmente i percorsi, con evidente aggravio dei costi. E con danni di immagine su scala
mondiale, visto che l’interdizione varrà anche per gli scienziati dei Laboratori nazionali del Gran Sasso, impossibilitati a loro volta a raggiungere l’istituto”. Di fronte a questo scenario, il presidente della Cna Abruzzo invoca “senso di responsabilità da parte di tutti gli attori in campo, a partire dalle istituzioni, perché se le esigenze di messa in sicurezza delle condutture dell’acqua, e dunque della salute dei cittadini, restano prioritarie, pure non possono essere tollerate scelte unilaterali che finiscono con il riversare su tutta la comunità abruzzese danni collaterali”.
(ANSA).