ATRI – Venerdì scorso, si è svolto ad Atri il workshop “Cerrano: qualità delle acque: dai fiumi al mare”. Un intero pomeriggio di lavori, nella sala consiliare di Palazzo Acquaviva, sui dati dei monitoraggi svoltivnel 2017vdall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Abruzzo e Molise (IZS), e nel 2018 dall’Agenzia Regionale di Tutela Ambientale (ARTA) , attraverso i progetti costruiti nel Contratto di Fiume dall’Area Marina Protetta e finanziati da Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio e Mare. Progetti denominati: “SalvaAcque” per fiumi e acque interne e “Strategia Marina” per il mare aperto.
Il focus si è incentrato sui corsi d’acqua che sfociano direttamente in AMP: Calvano, Foggetta, Cerrano e Concio, per iniziare, per iniziare con i progetti previsti nel Contratto di Fiume del Cerrano, dopo che si ultimarono nel 2017 le valutazioni generali sulle acque marine e si rilevó il benefico effetto che l’AMP aveva già portato semplicemente tutelandone i fondali: il così detto “Effetto Riserva”.
Presenti tutti: ARTA Teramo e Pescara, IZS A&M, Carabinieri Forestali e Capitaneria di Porto, ACA e Ruzzo, esperti e ricercatori, associazioni e comitati cittadini, tecnici e amministratori di Atri, Pineto e Silvi, che si sono succeduti ed intersecati seguendo il programma dell’incontro.
In particolare è stato interessante esaminare i riscontri avuti dal Progetto “SalvaAcque” avviato nel 2017 con IZS A&M e sviluppato nel 2018 con il Distretto di Teramo dell’ARTA Abruzzo. Esaminati i risultati dell’attività svolta si sono delineate le strategie future per migliorare ancora la situazione.
Dai risultati dell‘indagine condotta dall’ARTA nel 2018 sono scaturite, infatti, conclusioni che forniscono agli Enti che hanno aderito alContratto di Fiume le strategie che andrebbero attuate in un piano di intervento. Pinao che preveda, tra gli altri, anche i punti sotto elencati:
• Programmare per il fosso Foggetta ed il fosso Concio un‘attività di controllo anche chiedendo alla Regione Abruzzo se ci possa essere la possibilità di inserire i due corsi d’acqua nella rete dli monitoraggio delle acque superficiali riconoscendoli come “Ambienti di particolarerilevanza paesaggistico naturalistica” e impostare un piano, di miglioramento della naturalità soprattutto per il fosso Cancio dove andrà svoltaun‘azione di studio e protezione per il Granchio di fiume, specie presente e protetta a livello regionale ed internazionale.
• Attuare una tutela degli ambiti vegetazionali degli alvei fluviali riducendo la pressione antropica pensando anche a interventi difitodepurazione e verificare la fattibilità di una riqualificazione dei corsi d’acqua affidandola ad esperti del settore (es. CIRF – Centro Italiano diRiqualificazione Fluviale).
• Adottare modalità dli intervento ai fini deIla salvaguardia dalle alluvioni, che siano compatibili con il rispetto degli ecosistemi fluviali, comerichiesto d’altronde dal D.Lqs 152/2006 e dalla DGR 494/2000;
• Poiché sono state rilevate positività, ma non .superamenti dei limiti, nelle acque superficiali, per alcuni metalli, andrà richiesto all‘ARTAAbruzzo di inserire routinariamente, tra le sostanze da ricercare nelle acque di scarico dei depuratori, alcune sostanze come Mercurio,Cadmio, Nichel e Piombo.
• Promuovere la rivegetazione delle aree spondali in erosione e la realizzazione di aree umide lungo i corsi d’acqua laddove possibile per migliorale la biodiversità e consentire una laminazione con decantazione dei materiali fangosi sospesi.
Notevoli anche i risultati ottenuti nel lavoro, svolto dal Distretto di Pescara dell’ARTA Abruzzo, nel Progetto della “Marine Strategy” anche se su questo fronte c’è ancora bisogno di approfondire le analisi per iniziare a trarre qualche conclusione. Dai risultati dell‘indagine condotta, infatti, ed anche dal dibattito che si è svolto ad Atri, sono scaturite conclusioni che forniscono all’Area Marina Protetta e a tutti gli Enti che hanno aderito al Contratto di Fiume, le strategie che andrebbero attuate in mare tra cui:
• Programmare monitoraggi più frequenti proseguendo con quelli già affrontati e aggiungendone altri anche sugli ambienti di scogliera.
• Attuare una tutela dei fondali e iniziare a pensare alla ricostituzione di praterie di fanerogame, in particolare Cymodocea, che da documentazione pittorica esistente si ha testimonianza di una presenza importante in passato.
Un ringraziamento sentito è stato espresso dal Presidente Leone Cantarini verso l’ARTA, che ha lavorato intensamente nei progetti attuati e con cui ha confermato la volontà di proseguire il lavoro, e anche a tutti coloro che hanno partecipato attivamente nelle ricerche e nell’incontro di Atri, tra cui il Ruzzo e l’ACA, le Guide del Cerrano, l’Università di Teramo, Italia Nostra e WWF, il Comitato Silvi Nord, e i tanti operatori e cittadini sensibili che hanno voluto dare il proprio contributo.
Due ultimi spunti, davvero interessanti, infine, sono emersi durante il dibattito conclusivo dell’incontro:
il primo una forte richiesta da parte di tutti i presenti di un ingresso nel Consorzio di Gestione dell’Area Marina Protetta anche del Comune di Atri e della Riserva Naturale dei Calanchi in modo da fortificare ancor più questo rapporto creatosi nella gestione del Contratto di Fiume e poterlo estendere a tematiche quali in turismo e la protezione dell’ambiente in generale, il secondo si possa avanzare, sulla base di tale unione di intenti, che si sviluppa su un contesto territoriale più ampio, la candidatura per un futuro riconoscimento dell’intero comprensorio del Cerrano come Parco Nazionale.