Fu una scossa terrificante quella delle ore 3:32 del 6 aprile 2009. L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, registrò un sisma di magnitudo 6.3, anche se vi fu una certa confusione sul valore della magnitudo. Nelle 48 ore che seguirono quei momenti si registrarono altre 256 scosse, delle quali più di 150 nella sola giornata di martedì 7. Il sisma colse nel sonno, esattamente dieci anni or sono, migliaia di persone, radendo al suolo case, monumenti, edifici storici, ospedali e università.
Per intensità è stato il 5° terremoto più forte di sempre in Italia, che sprigionò tutta la sua potenza a L’Aquila e nei centri abitati vicini. Fu una catastrofe che colse nel sonno migliaia di persone: 309 furono i morti, 1.600 i feriti e 80.000 gli sfollati. L’epicentro fu individuato a 8 chilometri di profondità, a poco più di un chilometro dal centro dell’Aquila. Traballò l’intero Centro Italia, che lo avvertì da a Roma fino a Napoli. L’Aquila fu distrutta e tra i diversi edifici monumentali crollati, la Casa dello Studente ne divebbe l’emblema, assieme al Palazzo della Prefettura. Oltre 10 miliardi di euro i danni stimati. L’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi si recò immediatamente sul luogo del disastro promettendo che ”nessuno sarebbe stato lasciato solo”.
Furono realizzate delle new town con 19 quartieri dormitorio per gli sfollati, poi quantificati dalla Protezione Civile in 48.818, dei quali 19.973 trovarono riparo in 137 tendopoli, 19.149 in alberghi e 9.696 presso case private.
Anche il G8 del 2009, inizialmente previsto alla Maddalena, in Sardegna, venne spostato a L’Aquila per dar modo ai Grandi della Terra, disse allora Berlusconi, di adottare palazzi e monumenti storici terremotati, contribuendo economicamente alla loro ricostruzione.
Questi i passi salienti della più brutta pagina degli ultimi 10 anni, in Italia.