Ancora un incontro, probabilmente il terzo, forse il quarto, magari intervallati da pranzi di lavoro tra Luciano Campitelli, Francesco Quintiliani e Sabatino Cantagalli.
Conta poco riferire che l’ultimo, in ordine cronologico, risale a Lunedì scorso, alla presenza del primo cittadino: conta poco anche sapere se gli interlocutori erano due o tutti e tre. Quel che va ribadito è che Luciano Campitelli, evidentemente, punta dritto verso l’auspicata “soluzione Quintiliani”, quella che gli consentirebbe di proseguire nell’infinita conduzione societaria del Teramo Calcio, supportata, evidentemente, da un progetto di suo pieno gradimento.
Certo, al centro di tale indirizzo, restano le modalità di gestione dello stadio Bonolis, dal quale poter “attingere” risorse nelle quali il Quintiliani, evidentemente, crede, oltre al governo del settore giovanile, che è cosa conseguenziale; resta, pertanto, uno soltanto l’ostacolo da dover superare: quello dello stadio. Diventerà necessario che le parti trovino un’intesa mai trovata, per la quale Gianguido D’Alberto, che prova a porre riparo alle “colpe” della politica di un paio di lustri or sono, potrà poco o nulla, se non mediare con il massimo del buonsenso.
Nulla di nuovo, quindi? Sì: la certezza che Luciano Campitelli abbia fatto una scelta tra i due“papabili” (Quintiliani e/o Di Matteo) e che veda il futuro del “suo” Teramo con il primo dei due, magari socio di minoranza ma con ampi poteri esecutivi e con conseguente “addio” o “ridimensionamento” del ruolo che oggi è di Emilio Capaldi. Tutto ciò si avvererà?
Se, come pare, la gestione del “Gaetano Bonolis” resterà così com’è, assolutamente no, ma se, a distanza di 11 anni si trovasse un’intesa mai trovata (anche se taluni “rumors” narrano che il presidente del Francavilla Gilberto Candeloro, all’epoca, l’ottenne in mezz’ora, con una stretta di mano), allora il no diverrebbe sì. In questa situazione si attende che Nicola Di Matteo dica pubblicamente che il Teramo Calcio non gli interessa più, oppure che dica l’esatto opposto, pubblicamente e non necessariamente in conferenza stampa.