Ha ancora senso, oggi, parlare di verifica di maggioranza in Comune? Alla luce dei risultati elettorali, potremmo quasi affermare che il voto provinciale è arrivato in soccorso della maggioranza di Teramo e può diventare una “exit strategy” per Gianguido D’Alberto. Paradossalmente, infatti, la non elezione di Giovanni Luzii allontana ogni velleità nei confronti dei membri del gruppo Teramo 3.0, considerate le “pecore nere”, solo perché non allineati politicamente. Luzii fosse stato eletto nella lista di centro-destra a trazione gattiano-leghista “La Forza del Territorio” avrebbe creato l’ennesimo caso. Sarebbe stato il perfetto catalizzatore delle polemiche politiche dei giorni venturi, e avrebbe creato il definitivo punto di rottura. E pazienza se sino ad ora il gruppo è stato allineato e compatto da un punto di vista amministrativo.
E’ pur vero che i voti dei consiglieri di maggioranza arrivati a Graziano Ciapanna, frutto di una strategia allargata del centro-sinistra perfettamente riuscita nell’ottica provinciale, in seno al consiglio potrebbe creare un nuovo caso, qualora il riposizionamento diventasse una realtà. Il Sindaco di Teramo non ha mai negato una possibilità di allargamento della maggioranza, ergo sarebbe ora naturale un ingresso dei “dalmati” all’interno, tutto questo senza toccare, però, le pedine attuali. Ma piacerebbe a tutti questa soluzione? Dipende… da eventuali riassetti di Giunta che, per ora, molti non danno più per certi: perché il vice Sindaco Maria Cristina Marroni sembra tornata ad essere intoccabile. Anche grazie alla sconfitta di Giovanni Luzii in Provincia. E’ vero che Teramo 3.0 ne esce indebolito, come gruppo, ma si potrebbe ora come ora giustificare un allontanamento?
Del resto in maggioranza a breve dovrebbe esserci sì un riposizionamento ma è quello di Emiliano Carginari e Ilaria De Sanctis che formeranno un nuovo gruppo entro questa settimana. A detta degli interessati il gruppo non avrà propositi divisori e servirà invece a fare da collante con il resto della maggioranza.