PESCARA – “Un contratto che crei le condizioni per nuova occupazione e che, al tempo stesso, dia ai lavoratori il giusto riconoscimento economico per il loro impegno quotidiano”. È questo, in sintesi, il cuore della piattaforma per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro del settore bancari, approvata il 15 marzo scorso a Roma dai segretari generali di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin, i sindacati di settore. Il documento è stato presentato ieri a Pescara da Simona Cambiati, segretaria organizzativa della Uilca, ai membri dei consigli regionali della Uilca Abruzzo e Molise, in attesa di essere proposto all’Abi nelle prossime settimane. I lavori sono stati introdotti dal segretario regionale Uilca Abruzzo, Maurizio D’Antonio, affiancato dai componenti della segreteria Antonello Galassi e Alessandro Roselli e dal tesoriere Domenico Zocco.

Il rinnovo del contratto è molto atteso dalla categoria, e molte sono le novità previste dalla piattaforma. Si va dalla tutela dell’occupazione attraverso la conferma del Fondo per l’occupazione alla creazione di una cabina di regia sui processi di digitalizzazione, passando per la rivendicazione salariale di 200 euro medi mensili (circa +6,5 per cento) per lavoratore, l’abolizione del salario di ingresso per i giovani. In merito alle tutele dei dipendenti, la piattaforma prevede la reintegra in caso di licenziamento illegittimo, col superamento del Jobs Act che aveva modificato l’articolo 18 dello statuto dei lavoratori, insieme alla revisione degli inquadramenti. Diversi i diritti previsti dalla piattaforma, tra cui quello alla disconnessione fuori dalle ore di lavoro e il diritto soggettivo alla formazione. Inoltre, ci sarà una regolamentazione specifica per le denunce anonime “interne”, così come regole nazionali per lo smart working, lo stop alle indebite pressioni commerciali, la riduzione dal 20 al 10 per cento del divario salariale dei contratti complementari. Per ciò che riguarda l’area contrattuale, i sindacati chiedono la fine delle esternalizzazioni e il contrasto del dumping contrattuale che arriva da competitor non bancari come Google, Amazon, Facebook, Apple, oltre al recupero del rapporto fiduciario con i cittadini risparmiatori e le istituzioni.

Entrando nel merito della rivendicazione salariale “la richiesta di 200 euro – ha detto la segretaria organizzativa Uilca – è giustificata dai 9,3 miliardi di euro di utili nel 2018 dell’intero settore bancario e dall’aumento della produttività delle lavoratrici e dei lavoratori. La richiesta di un incremento di circa il 6,5 per cento comprende il recupero dell’inflazione al 4,1 per cento fino al 2021, del 2,0 per cento legato alla maggiore produttività e dello 0,4 per cento come riconoscimento dell’impegno dei dipendenti negli ultimi anni”.