L’8 marzo, giornata internazionale della Donna. Da qualche tempo a questa parte sembra essere tornata al suo significato di celebrazione dei diritti femminili, conquistati grazie ai sacrifici sul campo (oggi da dover difendere), e di continua lotta verso la parità di genere. Un ricordo di ciò che era, per una giornata divenuta in questi ultimi anni una festa esclusivamente di natura commerciale o un ritrovo tra amiche nei locali, circondate dai classici rametti di mimosa. Una serata dedicata alla spensiaretezza e all’effimero, ora invece, praticamente risucchiata nel vortice della violenza sulle donne.
E’ stato proprio il boom dei cosiddetti femminicidi a dare una inversione di rotta ai simbolismi legati alla giornata dell’8 marzo. Se fino ad alcuni anni or sono il must (o l’asset) era diventato la serata associata all’evento arricchito dallo spogliarello maschile (in una sorta di consapevolezza femminista ante litteram), oggi è diventata una giornata di resilienza, una peculiarità tipica del nostro sesso, per anni quasi messa nel cassetto. Resilienza, resistenza e lotta in ricordo del passato e delle lotte sociali, ma dicevamo, anche contro la violenza che pervade ogni giorno la vita quotidiana delle donne.
L’8 marzo e il 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne, oramai sono divenute una sorta di unicum celebrativo, legate da una sottile linea rossa, che le rendono due facce della stessa medaglia: ricordo, riflessioni, proteste e commemorazioni. Se questa excalation di violenza (ogni tre giorni viene uccisa una donna in italia) sta portando a maggiore consapevolezza di un fenomeno da debellare da un lato, dall’altro sta riportando in auge un pensiero di forte coscienza femminile e femminista. Del resto slogan di questi ultimi anni da parte delle organizzazioni sindacali, dei movimenti e delle associazioni recitava e recita: “Lotto marzo, lotto sempre”. Una sintesi perfetta di una giornata che simbolicamente sta ritrovando il significato originario di lotta pe i diritti e per la parità di genere, e ben venga anche il rametto di Mimosa, che ha riacquistato la connotazione di speranza, forza e gentilezza.