ALBA ADRIATICA – Il Comitato provinciale per la tutela del Verde Pubblico ha avuto ragione su tutta la linea, riguardo alle questioni sui lavori del lungomare di Alba Adriatica. Dopo una difficoltosa azione di reperimento dei documenti e di segnalazioni dettagliate si è acclarato che:
1) Il progetto del lungomare è nato su presupposti errati che non consentono la preservazione del verde pubblico e pertanto va cambiato attraverso varianti.
2) La procedura amministrativa con la quale si è proceduto agli innumerevoli abbattimenti arborei in zona sud risulta carente, confusa ed a tratti illegittima per evidenti lacune documentali che andavano colmate e sostanziate prima di procedere alle autorizzazioni dei tagli.
3) La procedura di analisi e di cura delle alberature, di salvaguardia dell’ambiente presente sul lungomare, andava attuata diversamente e con riferimenti scientifici più solidi e maggiormente orientati alle attività di preservazione dell’ambiente (si potrebbe fare ancora oggi molto meglio di quanto si sta facendo).
4) Va immediatamente annullata l’estromissione dal procedimento amministrativo e dall’accesso documentale agli atti del Comitato di Tutela e delle Associazioni Ambientaliste riconosciute dal Ministero dell’Ambiente quali “Osservatori del Territorio” (LIPU e Mountain Wilderness). L’atto di esclusione rappresenta un segnale di disprezzo per i valori civici e per la cultura ambientale attenta alla tutela del territorio compiuto in aperto contrasto con gli art. 3.2; 6.3; 11.1; 19.2; 19.3 dello Statuto Comunale.
Alla luce di quanto detto appare chiaro che sarà necessario nel prossimo futuro cambiare il progetto del nuovo lungomare Marconi per apportare le varianti sostanziali atte alla preservazione e alla ricostruzione dell’ambiente verde come impongono la ragionevolezza, le buone prassi ed i continui richiami della Soprintendenza. Sarà opportuno pertanto che anche l’amministrazione comunale sia disposta a variare l’atteggiamento di ostracismo e di chiusura tenuto sino ad oggi contro il mondo dell’ambientalismo che ha sempre richiesto in pieno spirito di collaborazione e con senso di responsabilità un legittimo confronto sui temi ormai chiariti a tutti. A tal proposito, conclusa la fase di rimozione delle alberature non recuperabili già in atto, il Comitato ha chiesto nelle interlocuzioni avute presso l’ufficio della responsabile del progetto Lungomare, alla presenza di rappresentanti delle parti politiche di maggioranza e di minoranza, la disponibilità a confrontarsi, in un incontro o in conferenza dei servizi allargata. E’ necessario ridiscutere come, con quale capacità di investimento e con quale metodo si perseguirà ricostruzione del piano del verde pubblico del nuovo lungomare alla luce del grave depauperamento determinatosi negli ultimi trenta anni a causa di un gravissimo deficit gestionale.
Il nuovo progetto di rigenerazione del lungomare proposto alla città chiaramente è inadeguato sotto il profilo del verde e va profondamente riconsiderato attraverso varianti e nuovi investimenti per evitare che venga riconsegnato alla comunità un paesaggio “non rigenerato”, ma bensì un ambiente notevolmente depauperato e non riconducibile alla meravigliosa cartolina verde che caratterizzava la nostra città negli anni ’90. L’amministrazione non compia gli stessi errori del passato e colga l’attimo. Non proceda univocamente alla determinazione delle varianti necessarie ma apra chiaramente il confronto col mondo ambientalista, coi tecnici e con i cittadini interessati a migliorare l’ambiente in cui vivono.
E’ necessario ridiscutere pubblicamente il progetto del verde alla luce delle nuove consapevolezze acquisite, assumendo la responsabilità ed il dovere di dare ascolto alle istanze dei cittadini, dei comitati e delle associazioni chiudendo mesi e mesi di deplorevole distanza ed evitabili polemiche. Impegniamoci tutti a ricondurre nel giusto percorso un iter realizzativo ad oggi troppo condizionato da visioni parziali e chiusure limitanti. – Comitato provinciale per la tutela del Verde Pubblico –