TERAMO – Dispiace che la maggioranza di centrodestra, che guida l’Abruzzo da 6 anni, abbia deciso di aumentare le imposte dirette, e nella specie l’addizionale IRPEF, senza considerare che la riduzione dei redditi dei cittadini rappresenta l’ennesimo colpo ad un’economia regionale che di certo non brilla nel panorama nazionale.
Infatti, la Giunta del Presidente Marsilio ha deciso un aumento del prelievo fiscale pari a 44,7 milioni di euro che avranno l’effetto di ridurre il PIL abruzzese perché non sono una spesa per investimenti (che creerebbe lavoro e sviluppo), bensì una tragica foglia di fico per colmare in parte il buco nel bilancio della sanità che nel 2024 è diventato una voragine, a dimostrazione dell’incapacità di gestione del settore più importante del welfare, nonché
della competenza principale che la legge pone in capo alle Regioni.
Per dare un’idea concreta, il solo aumento deciso dalla Giunta regionale ammonta ad un carico ulteriore di 35 euro a testa per tutti gli abruzzesi (che sono un milione e 269mila).
Noi che siamo innanzitutto liberali esprimiamo una contrarietà assoluta ad una simile scelta, tanto più grave in quanto si somma all’aumento nazionale della pressione fiscale che nel 2024 è cresciuta al 42,6% (+1,2% rispetto all’anno precedente), qualificando il Governo Meloni come il governo delle tasse, contrariamente a quanto i partiti di maggioranza hanno sempre propagandato, evidentemente truffando gli elettori ai quali hanno venduto gli slogan
sul “Meno tasse per tutti” e sulla “Flat Tax”.
L’Abruzzo, in linea con il governo nazionale, ci mette del proprio aumenta ulteriormente la pressione fiscale fino al +1,6% (dall’aliquota all’1,73% che avevamo, ad aliquote del 3,23%-3,33% che sono state decise per i redditi da 30.000 euro annui lordi in su).
Il provvedimento naturalmente dovrà passare al vaglio del Consiglio regionale, ma Marsilio ha già detto che è una “manovra di equità e non una stangata. Chiediamo un sacrificio solo a chi può permetterselo”. Parole del genere svelano una visione statalista che soffoca l’economia, pur continuando ad offrire prestazioni sanitarie di scarsa qualità, ampiamente certificate dall’enorme mobilità passiva che gli abruzzesi alimentano vedendosi costretti ad andare a curarsi fuori Regione (quando possono permetterselo e non sono costretti a rinunciare alle cure).
Secondo quanto riportato da un quotidiano nazionale “l’assessore alla Sanità Nicoletta Verì, durante un incontro riservato, avrebbe affermato che la Regione aveva già trovato parte delle coperture necessarie e che il deficit si sarebbe potuto gestire con una spending review, riducendo le spese su altri capitoli di bilancio. Tuttavia, questa
ipotesi sarebbe stata scartata da Marsilio e da una parte della maggioranza, che avrebbero preferito procedere con l’aumento delle tasse per garantire risorse anche ad altri settori, tra cui attività culturali ed eventi”.
Se ciò fosse vero, occorrerebbe mobilitare l’opinione pubblica con manifestazioni di protesta in ogni sede, ma sentiamo il dovere di fornire anche proposte costruttive e di buon senso:
1) innanzitutto appare oramai urgente istituire la ASL unica regionale, sopprimendo le 4 ASL provinciali che sono
solo fonte di sprechi e di mancate economie di scala;
2) in secondo luogo occorre riorganizzare i servizi, le piante organiche e le funzioni, accorpando dove necessario le
sedi dove si offrono le prestazioni ai pazienti;
3) in terzo luogo occorre accelerare sulla messa a terra dei progetti sanitari del PNRR che soffrono
ingiustificatamente troppi ritardi sul cronoprogramma e rischiano di essere definanziati o di entrare in esercizio con
anni di ritardo;
4) in quarto luogo occorre potenziare la Centrale unica di acquisto, Areacom, perché troppo spesso le ASL continuano a gestire in proprio gli appalti e le procedure ad evidenza pubblica;
5) non da ultimo serve concentrarsi sui servizi di prevenzione, sull’appropriatezza delle prescrizioni di farmaci, terapie e analisi, sul potenziamento delle cure a domicilio, sull’implementazione della telemedicina, sulle Case di Comunità per sgolfare le prestazioni ospedaliere e sulla spending review amministrativa.
Dopo 6 anni di governo le scuse non sono appropriate e l’aumento della tassazione è la maniera più infelice di coprire l’incapacità di amministrare la Cosa pubblica, per questo facciamo appello a tutti i consiglieri regionali affinché ritrovino se stessi e si mettano dalla parte dei cittadini, non mettendo le mani nelle loro tasche già provate dall’inflazione e da un’economia stagnante che la politica non aiuta a far crescere.

 

Luciano Monticelli

Partito Liberaldemocratico Abruzzo