TOMBOLO AQUILANO: L’INNOVAZIONE È LA CHIAVE PER TUTELARE LA TRADIZIONE

Maria Cristina Bravi, artista che vive e lavora nel capoluogo abruzzese, nel week end sarà a Filum Roma, fiera internazionale del merletto

ROMA – “Ho cominciato a lavorare il merletto per caso, tanti anni fa, grazie a un’amica che durante una vacanza estiva mi ha insegnato i primi rudimenti. Poi, quando mi sono resa conto che il tombolo aquilano andava scomparendo e la tradizione rischiava di essere dimenticata è scattato qualcosa e ho trasformato un hobby nel mio lavoro”. Maria Cristina Bravi, aquilana doc, porterà alto il vessillo del capoluogo abruzzese a “Filum Roma”, la prima fiera interamente dedicata al merletto (o pizzo) che, da domani al 30 marzo, riunirà nella Capitale espositori provenienti da tutta Italia e dall’estero. “Oltre ai prodotti che normalmente già realizzo, a Filum presenterò in anteprima l’abbinamento del merletto con la resina: è la mia ultima ‘folle’ idea” racconta la Bravi, che sente forte la missione di rinverdire la tradizione del tombolo aquilano (così chiamato dal nome del cuscino cilindrico o sferico su cui poggia il lavoro), perché “non si tratta solamente di un’arte antica per realizzare corredi, come avveniva una volta. Si può portare nei nostri usi quotidiani anche grazie a materiali innovativi, rendendola così moderna e giovanile. Un esempio possono essere i gioielli realizzati con fili sintetici o in cuoio. Anche questa capacità di evolvere può contribuire a mantenere viva la tradizione”. La passione per quest’arte ha prima scavalcato quella per il pianoforte (si è diplomata al Conservatorio Alfredo Casella) e non si è arrestata neppure dopo il 2009, quando il sisma ha fermato a lungo la sua attività ma non la voglia di continuare a realizzare prodotti che vanno da classici lenzuoli, tovaglie, centri e tende, ai gioielli in oro e tombolo, fino agli ornamenti di tombolo lavorato con filo in rame, paralumi, vassoi. Maria Cristina tiene anche dei corsi di tombolo aquilano ma per preservare questo patrimonio “sarebbe importante che venisse portato anche nelle scuole, spiegato ai ragazzi. Le nostre tradizioni sono alla base della nostra identità e perderle sarebbe imperdonabile”. Il più grande desiderio della Bravi? “Riaprire un laboratorio, purtroppo quello che avevo ho dovuto chiuderlo a causa della pandemia. Nel frattempo, continuo per la mia strada fatta di passione per quest’arte”.