L’AQUILA – Quando si è insediato, nell’autunno del 2022, il governo Meloni aveva precisa contezza della questione relativa alla geografia giudiziaria, poiché si tratta di una vicenda che risale al 2012. Ancor di più ce l’aveva Marsilio, che presiede la giunta regionale dal 2019 e dovrebbe – il condizionale è più che mai d’obbligo – conoscere a fondo una problematica così delicata come la paventata chiusura dei tribunali di Vasto, Lanciano, Avezzano e Sulmona, fissata al 31 dicembre prossimo. Eppure i due livelli di governo – quello regionale e quello nazionale – si sono comportati finora come se fosse tutto a posto, come se non ci fosse un’emergenza per le sedi giudiziarie in Abruzzo. Lunedì scorso c’è stata, da parte di Marsilio, una tardiva presa di coscienza: si è accorto che bisogna fare qualcosa per salvare i quattro tribunali, e bisogna farlo subito. Nella riunione convocata a L’Aquila dal presidente della Regione sono risuonate le solite frasi di circostanza: è una nostra priorità, ne parleremo a Roma. Se è una priorità, come mai viene trattata soltanto quando mancano 42 settimane alla chiusura delle strutture? Perché non se ne è parlato prima, quando c’era tutto il tempo di impostare una revisione organica della geografia giudiziaria? Gli avvocati presenti all’incontro di Avezzano hanno posto un limite massimo: il mese di maggio, poiché dopo quel termine occorre sapere se le udienze vanno calendarizzate nei tribunali non provinciali o nei capoluoghi. Dunque restano circa 80 giorni per prendere una decisione sul tema. Ce la farà l’allegra banda di Marsilio a farsi ascoltare a Roma? In attesa di una risposta che sa di verdetto, dobbiamo constatare che anche questa volta la Regione targata centrodestra si è mossa con colpevole ritardo. E’ un film già visto molte volte. Soltanto per fare qualche esempio, con il debito monstre della sanità, esploso in tutta la sua drammaticità; con la vicenda del complesso sportivo Le Naiadi, tuttora a mezzo servizio dopo una lunga chiusura; e con l’aeroporto, lasciato a languire per tutto il 2024. L’attuale classe dirigente regionale non è adatta a guidare l’Abruzzo. Marsilio e la sua maggioranza lavorino per mettere finalmente in sicurezza i tribunali abruzzesi e, se non ci riescono, lavorino almeno per ottenere una proroga nel frattempo, dopo aver alzato le spalle di fronte agli appelli e alle iniziative più volte intraprese in Parlamento dal senatore Michele Fina. Altrimenti traggano le conclusioni della loro inadeguatezza e se ne vadano: il territorio non può subire oltre la loro inerzia.

Daniele Marinelli, segretario regionale Pd Abruzzo Il gruppo consiliare del Pd in Regione Abruzzo