ROMA – Per il quinto anno consecutivo, il Napoli calcio torna a Castel di Sangro per il ritiro estivo, e lo farà fino al 2032 grazie a un accordo sottoscritto con sommo gaudio dal presidente Marsilio nel 2020. Un’operazione che costerà complessivamente oltre 15 milioni di euro alle casse della Regione Abruzzo, con pagamenti già programmati per ognuno dei prossimi tre ritiri, per un totale di 4,8 milioni di euro:
• 1,220 milioni di euro nel 2024
• 1,793 milioni di euro nel 2025
• 1,793 milioni di euro nel 2026
Marsilio ha celebrato questo accordo come un grande successo per l’Abruzzo. Ma è davvero così? Più che un contratto, sembra una storia d’amore alla Recalcati: una di quelle storie d’amore a senso unico, dove la Regione si piega completamente alle esigenze del Napoli calcio senza ottenere nel concreto nulla in cambio, come dimostreremo con queste domande spontanee e di buon senso che non possono più essere ignorate:
1. La Regione ha adottato provvedimenti per finanziare l’accordo milionario facendo ricorso al riconoscimento del debito fuori bilancio. Ma questo debito, una volta riconosciuto, è davvero legittimo? O si tratta di un escamotage per aggirare le regole e far quadrare i conti?
2. È stato valutato attentamente il rapporto costi-benefici di questa operazione? Oppure si è proceduto alla “come va, va” senza preoccuparsi delle conseguenze per le casse pubbliche?
3. Quali sono state le reali ricadute positive sul territorio in questi cinque anni dei ritiri precampionato della squadra partenopea? Esistono dati concreti o ci si basa solo su dichiarazioni generiche e autocelebrative?
4. Sono stati ipotizzati e confrontati con questo progetti alternativi con le medesime finalità?
5. Sono state prese in considerazione altre squadre potenzialmente interessate? O il Napoli è stato scelto senza alcuna valutazione comparativa?
6. I fondi utilizzati non potevano essere destinati a priorità più urgenti come scuole, trasporti per i bambini o impianti sportivi nei piccoli Comuni? Non sarebbe stato più utile investire in infrastrutture che migliorassero la vita quotidiana dei cittadini abruzzesi?
7. E’ stato valutato se i risultati che ha conseguito la Regione Abruzzo siano stati tanto positivi da giustificare questo consistente esborso di denaro pubblico anche per i prossimi anni?
8. È stata effettuata una valutazione seria degli effetti sul comparto turistico ed economico del territorio generati dalla presenza del Napoli calcio? O ci si accontenta di slogan e proclami?
9. Si è pensato a promuovere l’intero territorio regionale con strumenti più equi ed efficaci rispetto alla sola concentrazione di risorse su Castel di Sangro? 10. I fondi FSE destinati a questa iniziativa non potevano essere utilizzati per altre emergenze o progetti più
efficaci e inclusivi per tutta la regione? Siamo certi che tali fondi debbano fare fronte a questo genere di iniziative?
11. L’urgenza di dare una risposta al Napoli calcio era tale da non consentire di valutare altri progetti i cui costi-benefici fossero meno onerosi?
12. Perché si è deciso di prolungare il contratto fino al 2032 con così largo anticipo? Cosa ha spinto la Regione a impegnarsi per altri otto anni senza prima verificare i risultati ottenuti finora? Si è rinnovato “a prescindere” come diceva Totò?
13. Certamente vanno fatti i complimenti al sindaco di Castel di Sangro per aver intercettato fondi per il suo Comune. Ma si può dire che la Regione – concentrando risorse così ingenti a favore di uno solo – abbia effettuato una scelta oculata ed equa verso tutto l’Abruzzo?
14. Sono stati creati i “pacchetti integrati di vacanza attiva che coniughino sia la parte sportiva che la parte culinaria e culturale” previsti dall’articolo 2 punto 9 della convenzione? Se sì, quali risultati hanno prodotto?
15. È stata realizzata la Abruzzo Card prevista nello stesso articolo, con la quale “si ha diritto all’uso gratuito di tutti i mezzi pubblici per spostamenti all’interno della Regione Abruzzo e altresì ingresso libero nei musei regionali”? Se sì, quante card sono state emesse e quali vantaggi hanno portato ai turisti e alla comunità locale?
16. Sempre in base all’articolo 2 punto 9 della convenzione, si è dato corso alla “campagna promozionale della Regione Abruzzo sulle principali reti televisive campane”? E perché per tali campagne è previsto che il costo sia a carico della Regione mentre la parte redazionale sarà gestita dal Napoli calcio? Non era il caso di concepire qui la parte redazionale, visto che a pagare è la Regione?
Infine, non si può ignorare quanto dichiarato dalla Corte dei Conti: “La persistenza di dubbi di legittimità riguardo alla procedura seguita e la pretesa e indimostrata urgenza”. Un pronunciamento che pesa come un macigno sull’intera questione.
Presidente Marsilio, è ora di fare chiarezza: chi ci guadagna davvero da questa operazione? E soprattutto, cosa ci guadagna l’Abruzzo oltre ai conti in rosso delle sue casse pubbliche? Lei ha trasformato un procedimento amministrativo in una vicenda che sembra più una concessione gratuita che un accordo vantaggioso. Il territorio abruzzese merita trasparenza e risposte concrete: non si può continuare a sacrificare risorse pubbliche senza ottenere reali benefici per la comunità.
Più che un contratto sembra una storia d’amore alla Recalcati: amore a senso unico, in cui il sentimento è conferimento senza aspettativa. Ma un procedimento amministrativo a contenuto contrattuale non è una storia d’amore: deve esserci convenienza per entrambe le parti contraenti.
In questa viucenda mancano completamente le contropartite rispetto ai costi sostenuti. Con le mie domande sollecito Marsilio a chiarire alcuni aspetti dell’operazione per la quale la Corte dei Conti ha dichiarato “la persistenza di dubbi di legitttimità riguardo alla procedura seguita e la pretesa e indimostrata urgenza” – On. Luciano D’Alfonso –