TERAMO – “Finisce con una sentenza definitiva di archiviazione da parte del giudice delle indagini preliminari una surreale denuncia di abuso di potere, minaccia, furto e violazione di domicilio nei confronti dei responsabili del progetto di accoglienza ucraini a Pineto gestito dal Comitato Arci Teramo. Dopo tre anni di conflitto e di giusta accoglienza dei civili fuggiti da bombardamenti e distruzione, tutto potevamo immaginare tranne quello di finire vittime a nostra volta di una macchina del fango costruita per screditare il più grande progetto di accoglienza dell’emergenza ucraina organizzato in Italia. Un’accoglienza che purtroppo, con un primo anno di ospitalità nelle strutture alberghiere, priva di servizi oltre al vitto e l’alloggio, ha prodotto una sbagliata percezione in alcuni beneficiari ed ha permesso a faccendieri di occuparsi, dietro illecito compenso, di servizi amministrativi e legali”. Lo dichiara il Presidente provinciale di Arci Teramo, Giorgio Giannella.

“Quando il Comitato Provinciale Arci Teramo ha iniziato ad occuparsi dei 400 beneficiari ospitati a Pineto, per conto dell’Arci Nazionale ente titolare della progettualità, abbiamo immediatamente letto il fenomeno distorsivo tra i beneficiari bisognosi di aiuto e realmente fuggiti dal conflitto e i pochi che invece avevano interpretato l’accoglienza da ospiti turistici – spiega – ed abbiamo gradualmente provveduto a far comprendere come il progetto dovesse essere per tutti concepito come una fase, possibilmente la più breve possibile, per ripartire e cogliere l’opportunità di essere sostenuti con le risorse dello Stato Italiano per poter riconquistare una propria autonomia. A ottobre 2024, dopo delle difficoltà nel trasferimento di risorse tra Protezione Civile e Arci Nazionale, siamo diventati vittime di una campagna diffamatoria organizzata da una minoranza di beneficiari guidati e sostenuti da detrattori italiani che hanno prontamente speculato per provare a chiudere questa esperienza di accoglienza”.

“Il Comitato di Teramo appena ha ricevuto le risorse necessarie ha sempre provveduto a erogare i servizi richiesti da bando ed ha concluso le erogazioni arretrate di pocket money e vitto entro il mese di novembre 2024, come già annunciato sulla stampa, ma ha sempre comunque garantito i servizi di assistenza e di integrazione anche nei mesi antecedenti. Questo spiacevole contesto – continua il presidente Arci – ha raggiunto l’apoteosi tramite la denuncia, di cui sono venuto a conoscenza tramite social network, di un ex beneficiario ucraino al quale il progetto ha revocato l’accoglienza perché non viveva nell’appartamento assegnato ma l’aveva di fatto subaffittato a persone estranee al programma. Lo scorso 14 gennaio si è tenuta l’udienza penale a causa dell’opposizione formulata da quest’ultimo alla richiesta di archiviazione del Pubblico Ministero. All’esito della stessa il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Teramo, grazie al lavoro difensivo dell’Avv. Andrea De Lauretis, ha definitivamente archiviato il caso con la formula assolutoria più ampia ‘perché il fatto non sussiste’, restituendo di fatto un principio di verità alla incresciosa vicenda”.

“Ringrazio l’intero ufficio per il lavoro svolto, anche quando era impossibile a causa dei ripetuti atti intimidatori di alcuni beneficiari, per la dignità dimostrata nel portare avanti il proprio lavoro per non confondere e continuare a sostenere e aiutare gli ospiti realmente in difficoltà, e tra questi tutti i colleghi mediatori o di madrelingua ucraina che sono di fatto diventati il bersaglio di propri connazionali”, conclude Giannella.

Ordinanza di archiviazione

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