TERAMO – La Regione Verde d’Europa non può permettersi di svalutare un patrimonio che richiama turisti, muove servizi e contribuisce al PIL regionale. Questo il pensiero della Provincia di Teramo espresso dal consigliere delegato alle aree protette e ai parchi, Flavio Bartolini che rivolge un appello alla Regione Abruzzo e ai consiglieri regionali affinché si arrivi ad una riforma del sistema
“Il sistema italiano dei parchi – che raggruppa parchi nazionali, regionali, riserve, aree marine protette ed altri siti tutelati – vede crescere costantemente le presenze di visitatori. Anche l’Istat, nel report “viaggi e vacanze” fa riferimento al ritorno a livelli prepandemici delle visite “alle bellezze naturali” (54.9% dei viaggi estivi) nel cui ambito rientrano ampiamente le aree naturali protette regionali.
Ci auguriamo che il taglio lineare del 20% delle risorse destinate dalla Regione Abruzzo alle riserve regionali e anche all’Area Marina Torre del Cerrano venga rivisto in sede di variazione di bilancio come gia? accaduto in passato.
In caso contrario ci troveremmo di fronte ad una scelta sbagliata mettendo a rischio la nostra reputazione di Regione Verde D’Europa: dalla Costa dei Trabocchi fino alle dune di Martinsicuro passando le oltre 30 fra oasi regionali, con tre parchi nazionali e uno regionale e una delle tre Oasi Marine protette che sono sull’Adriatico, abbiamo un patrimonio inestimabile che e? quello che vantiamo anche nelle fiere per il turismo e che è molto apprezzato, numeri alla mano. Ora, non è solo questione del taglio del 20%: questa Regione deve arrivare quanto prima ad una riforma delle aree protette di sua competenza.
Non si tratta di farle sopravvivere concedendo risorse che gia? da tempo non sono in grado di garantire la gestione ordinaria in questo in linea, purtroppo, con quanto accade anche a livello nazionale. La rilevanza di questo comparto e le sue ricadute sul sistema turistico e quindi dei servizi, a tutto vantaggio del bilancio complessivo della regione, deve vederci difendere quanto abbiamo e, superando gli steccati politici, ragionare su una riforma che garantista l’organizzazione, gli organici e il coordinamento. La Regione Abruzzo non potrà che trarre vantaggio da questo percorso mentre interventi episodici e spesso incongruenti rischiano di minare quello che si è costruito in tanti anni anche grazie all’associazionismo e al volontariato”.