TERAMO – La FP CGIL Area Sanità denuncia lo stato di illegittimità, dovuto alla presenza nel suo interno di diversi componenti incompatibili con il ruolo di rappresentanti sindacali, in cui versa la RSU aziendale della ASL di Teramo.
Detta condizione si è riproposta in maniera eclatante con le scorse elezioni per il rinnovo degli organi dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche provinciale, tenutesi lo scorso Novembre.
In tale occasione la lista vincitrice denominata Professione e Passione, molto vicina al sindacato di categoria Nursind, annoverava tra i loro candidati diversi componenti che ricoprono il ruolo di RSU all’interno della ASL, finanche il Presidente della stessa RSU.
Occorre precisare che le vittorie delle liste in cui vi sono RSU aziendali eletti nelle fila dalla suddetta sigla, anche in virtù di assenza di competitor come nella penultima tornata elettorale, ha determinato la gestione dell’OPI provinciale, da parte degli stessi, per tre mandati consecutivi, con l’ultimo iniziato lo scorso Novembre.
Purtroppo però, nonostante la lunga esperienza all’interno dei vari organismi, questa sigla sindacale non si è mai distinta per etica morale, appoggiando liste per l’OPI o proponendo liste per la RSU aziendale ove vi erano, a seconda dell’arco temporale delle votazioni, candidati che già ricoprivano cariche nell’uno o nell’altro organismo.
Come FP CGIL avevamo già sollevato la problematica all’interno della RSU, ragionando sul conflitto di interesse di natura etica in cui agiscono coloro che ricoprono ambedue i ruoli.
Ci saremmo aspettati, anche se non siamo affatto stupiti, che nelle scorse elezioni per l’OPI provinciale vi fosse un cambio di passo, ma, contrariamente si è deciso di incrementare il numero di candidati aventi il ruolo di RSU, nonché il Presidente della stessa.
Di fronte a questa ennesima presa di posizione, abbiamo deciso di sollevare la problematica a livello nazionale, attraverso una segnalazione alla Presidente della FNOPI nazionale ed al ministero competente.
La risposta che ci è pervenuta ha confermato ciò che sapevamo e che chiunque voglia svolgere attività sindacale dovrebbe conoscere, ossia quanto riportato all’interno dell’Art. 9 dell’Accordo Collettivo Quadro del 7 Agosto 1998, il quale recita testualmente “La carica di componente della RSU è incompatibile con qualsiasi altra carica in organismi istituzionali o carica esecutiva in partiti e/o movimenti politici”.
Alla luce di ciò, se ne deduce che ogni decisione che la RSU prende o prederà a maggioranza, se questa maggioranza sarà raggiunta attraverso il voto di componenti incompatibili, può essere eccepita come vizio del procedimento decisionale, il che renderebbe illegittime le decisioni assunte con il voto di componenti incompatibili appunto.
Di fronte a questa drammatica situazione, nell’ultima RSU aziendale tenutasi il 17 c.m. i rappresentanti sindacali eletti nelle fila della CGIL hanno sollevato la problematica, chiedendo ai colleghi che versano in tale condizione di scegliere tra le due cariche, ma, contrariamente a quanto ci si potesse aspettare, hanno scelto di non scegliere, rimandando ogni eventuale decisione successivamente alle votazioni per le RSU del pubblico impiego.
Questa scelta, per chi come noi ha a cuore l’azione sindacale al servizio della popolazione sanitaria tutta, è uno schiaffo ai loro stessi elettori e associati, che invece di vedere la sigla sindacale impegnata nel proporre le loro istanze, baratta la funzionalità della RSU e le aspettative di risoluzione delle varie problematiche, a carico di migliaia di lavoratori, con l’accentramento del potere.
Come FP CGIL continuiamo ad ergerci, ancora una volta, a difesa della legalità e per la tutela dei lavoratori, i quali hanno il diritto di essere rappresentati sempre e non compatibilmente alle incompatibilità, come qualcun altro pensa – FP CGIL Prov.le Area Sanità, Marco Di Marco –