CIVITELLA DE. TRONTO – Il sindaco Di Pietro, presidente dell’Unione dei Comuni e del Comitato ristretto dei sindaci ASL, sulla questione del declassamento dell’ospedale di Sant’Omero utilizza la sua solita tattica: afferma che non è una questione di destra o sinistra, accusando la sinistra di strumentalizzazione, ma al contempo non perde occasione per scaricare la colpa sui predecessori e allinearsi alla politica regionale di centrodestra.
Di Pietro continua a rimanere ambigua: parla di “importanti investimenti”, ma evita di dire che il declassamento da UOC a UCS comporterà tagli significativi al reparto di Ostetricia e Ginecologia. Non menziona che il reparto di Medicina è allo stremo, con soli quattro medici e sei specializzandi. Non evidenzia che nella ASL ci sono più dirigenti che primari. Sorvola sulla mancata attivazione dei posti di lungodegenza spettanti a Sant’Omero.
Soprattutto, dimentica che l’ospedale Val Vibrata serve un bacino di utenza di 80.000 persone, un numero che cresce notevolmente nei mesi estivi a causa dell’alto afflusso di turisti lungo la costa vibratiana. Il ridimensionamento della struttura sanitaria non solo penalizza i residenti, ma rischia di mettere in difficoltà l’intero sistema sanitario locale proprio nei periodi di maggiore richiesta, aumentando la mobilità passiva e generando un danno per tutta la ASL di Teramo.
La sindaca Di Pietro non è dalla parte dell’ospedale Val Vibrata. E allora deve avere il coraggio di assumere posizioni chiare, anche politiche. Dire che “non può esserci differenza politica” significa mortificare il voto, gli elettori e il dibattito democratico. È la stessa strategia che adotta su ogni questione: per la sindaca Di Pietro la politica conta solo quando le serve, mentre quando non le è utile si rifugia in un finto equidistanziamento.
Non si può essere nominati dal centrodestra in ruoli strategici e poi evitare di esprimere una posizione politica chiara. Comprendiamo la sua necessità di mantenere equilibri in un’amministrazione composta da anime politiche diverse, ma c’è un dato che stride: nella sua amministrazione siedono due consiglieri del Partito Democratico, Tulini e Marcellini, che con la loro presenza legittimano e rafforzano questa ambiguità. Sono d’accordo con la linea del sindaco sul futuro dell’ospedale? Condividono questo continuo gioco delle parti, dove la coerenza politica è sacrificata all’opportunismo? Il nuovo segretario di circolo del PD, Conocchioli, cosa ne pensa?
A noi sembra che la sindaca predichi il “trasversalismo” a livello comunale perché utile alla sua posizione, mentre a livello provinciale e regionale si trasformi in una militante del centrodestra, funzionale alle sue ambizioni. Ci torna in mente con un sorriso la campagna elettorale delle scorse regionali, quando una sera presentò ai suoi concittadini Paolo Gatti e la sera successiva Dino Pepe.
Per questo rinnoviamo alla sindaca una domanda semplice e diretta: Sindaco, stai con i cittadini che vogliono tutelare il presidio ospedaliero o con chi punta al suo declassamento? – I consiglieri, Andrea Sbranchella, Nicoletta Vattilana, Vincenzino Di Luigi