TERAMO – Domani, mercoledì 5 febbraio, alle ore 17.00, nella Pinacoteca Civica di Teramo, Leonardo Terrusi, docente di Lingua italiana contemporanea all’Università di Teramo, terrà una conferenza dal titolo “Mappe della città invisibile: i toponimi, tra luoghi fisici e mentali di Teramo”. L’incontro rientra fra le attività di “A tutto DAMS!2024”, progetto didattico realizzato dal Dipartimento di Scienze della Comunicazione dell’Università di Teramo, in collaborazione con il Comune di Teramo, la Fondazione Venanzo Crocetti e l’Associazione Culturale Teramo Nostra.
La conferenza – promossa dal Corso di laurea in Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo (DAMS) e dal Corso di laurea magistrale in Media, Arti e Culture – si aprirà con i saluti della direttrice del Dipartimento di Scienze della comunicazione Paola Besutti e sarà introdotta da Pia Acconci e Paolo Coen, rispettivamente presidenti del Corso di laurea magistrale in Media, Arti e Culture e del Corso di laurea in DAMS.
Nel corso dell’intervento Leonardo Terrusi mostrerà i risultati del lavoro didattico condotto nella sezione di Lingua e Letteratura di “A tutto Dams! 2024”: in linea con il tema generale, il lavoro ha portato alla luce la mappa invisibile dei toponimi di Teramo, associandoli a memorie di varia natura, visuale e letteraria. La conferenza prevede interventi e riflessioni a tema di alcuni studenti del Corso di laurea in DAMS del Dipartimento di Scienze della Comunicazione. Sarà un’occasione per scoprire dettagli inediti sulla storia, i luoghi e l’identità della città di Teramo e del suo territorio.
“Il potere dei toponimi – ha spiegato Leonardo Terrusi – è ben noto agli scrittori, che nelle loro opere mostrano come essi non si limitino a indicare un punto su una carta o una località su un cartello stradale, ma piuttosto luoghi della mente. Ciò accade anche nella vita reale, in cui alla toponomastica ufficiale, decisa in base a motivazioni politiche e ideologiche, si oppone uno stradario alternativo, fatto di nomi antichi e sommersi, che raccontano il rapporto degli abitanti con l’ambiente, ma anche di nomi nuovi e segreti che, specie tra i giovani, designano i luoghi di riferimento e di incontro”.