TERAMO – Attraverso il progetto di ACS, lo storico mister teramano Antonio Valbruni ha allenato un gruppo di detenuti a Castrogno
Un altro dei personaggi dello sport teramano che nel corso de “Il Natale degli Sportivi” è stato insignito di un premio per il suo impegno nel sociale, e in particolare per la promozione dei valori sportivi del CSI all’interno della società civile, è stato lui.
L’allenatore teramano classe 1944, uno dei più vincenti del calcio dilettantistico della nostra regione (è stato artefice di ben nove salti di categoria), ha ricevuto un riconoscimento per aver partecipato volontariamente al progetto “Giocare a calcio è semplice?”, un evento attivato nel carcere di Castrogno grazie a un’iniziativa di ACS, Circuito Spettacolo Abruzzo Molise, promossa in collaborazione con la casa circondariale di Teramo, la Fondazione Tercas, il CSI e il Comune di Teramo.
Il percorso formativo, a cura del maestro Domenico Polidoro, direttore artistico di Acs, è stato focalizzato su “Finale di partita” di Beckett in relazione al gioco del calcio, e ha visto salire in cattedra il maestro Davide Verticelli, pianista, compositore e regista; l’artista Marino Melarangelo; il fotografo cinematografico Gianni Chiarini; lo scenografo Filippo Iezzi; il direttore di scena Angelo Boccadifuoco e l’ex giocatore e attuale trainer di calcio Antonio Valbruni (quest’ultimo grande amico del CSI Teramo, di cui è stato anche formatore nel corso arancio-blu rivolto agli allenatori).
Il percorso attivato prevedeva l’acquisizione pratica delle abilità professionali utili all’inserimento lavorativo nella produzione dello spettacolo dal vivo con una messa in scena a conclusione del ciclo di formazione. Nell’arco di pochi mesi (da marzo a maggio, e da settembre a dicembre del 2024) Valbruni ha presenziato a circa 20 appuntamenti, della durata approssimativa di 3 ore l’uno, e ora – a bocce ormai ferme – ha commentato in questo modo la sua esperienza: “Il mio periodo a Castrogno mi ha insegnato tanto, venire a contatto con tante persone che hanno sbagliato e che ora cercano di redimersi, è stata un’esperienza forte. Vivere in carcere destabilizza profondamente qualsiasi detenuto, sconvolgendo la sua vita, annullando qualsiasi concetto di libertà personale e privata. Ho avuto modo di conoscere tante persone vogliose di migliorare, ho fatto sostenere diversi allenamenti e partitelle, regalando loro alcuni momenti spensierati. Con alcuni detenuti si è anche stabilito un rapporto di simpatia e amicizia: mi seguivano in tv nel mio ruolo di commentatore sportivo, poi quando ci incontravamo, commentavamo insieme gli avvenimenti sportivi della settimana. Ringrazio il presidente del CSI Teramo Angelo De Marcellis perché ha riconosciuto i miei sforzi, confermandosi tra l’altro in prima linea nel perseguimento dell’obiettivo dell’integrazione degli ultimi e dei dimenticati”.