TERAMO – Il Sicet – Cisl Teramo intende sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni locali riguardo alle difficoltà crescenti affrontate dai cittadini separati, legalmente o divorziati, nel territorio provinciale e comunale. “Questa categoria, spesso trascurata, si trova fronteggiare sfide economiche, abitative e sociali che richiedono interventi mirati e concreti – afferma il segretario provinciale Antonio Di Berardo – . I redditi di questa fascia di popolazione sono spesso ridotti a causa di obblighi di mantenimento verso i figli o l’ex coniuge. A ciò si aggiunge le difficoltà di ottenere supporto economico, come il reddito di cittadinanza o altre forme di aiuto, spesso non sufficiente calibrate per queste specifiche necessità”.
Nella provincia di Teramo su una popolazione totale di 299.646 abitanti si stima che ben 14.083 persone, pari al 4,7% della popolazione, siano separate legalmente o divorziate. “Questo fenomeno rappresenta una delle principali cause di disagio abitativo – continua il sindacalista – con molti separati in difficoltà nel trovare soluzioni abitative adeguate. Nella città di Teramo, che conta una popolazione di circa 52 mila abitanti, i separati legali sono stimati intorno a 2.444 persone. La crescente pressione abitativa colpisce in particolare questa categoria, che spesso si trova costretta a cercare case popolari o soluzioni temporanee a causa di difficoltà economiche e della mancanza di politiche di sostegno adeguate. Dati locali indicano che oltre 500 richieste di alloggi popolari sono attualmente in attesa di risposta solo nel comune di Teramo, ma la disponibilità di abitazioni è limitata a poche decine. Questo squilibrio riflette una realtà in cui il disagio abitativo non trova risposte adeguate”.
“Il Sicet chiede un intervento urgente delle istituzioni locali e regionali per: aumentare la disponibilità di alloggi popolari; avviare politiche per i separati legali, una categoria sempre più esposta al rischio emarginazione sociale e abitativa. È necessario un piano strutturale per affrontare questa emergenza, che riguarda non solo i separati, ma l’intero tessuto sociale della nostra provincia”, conclude Di Berardo.