FANO ADRIANO – Sabato 7 dicembre, alle ore 17:30, presso la Sala Officine del Gran Sasso di Fano Adriano, sarà inaugurata la mostra “Colori dell’Anima, Trame di Vita: omaggio a Maria Pia Nisii”, un evento che celebra l’arte, la vita e la profonda connessione tra l’artista e la sua terra natale. Curata da Roberto Durigon e realizzata grazie a Cooperativa Fanesia, in collaborazione con Officine del Gran Sasso, questa esposizione rappresenta un viaggio nel mondo pittorico di Maria Pia Nisii, una pittrice autodidatta che ha saputo trasformare ogni pennellata in poesia visiva. Le sue opere, intrise di colore e passione, ci accompagnano in un universo sospeso tra il reale e il fantastico, tra paesaggi sognanti e figure intrise di una storia intima e universale.
Roberto Durigon descrive così il lavoro dell’artista: “In un tripudio di colori, come un arcobaleno sbocciato nel cuore di Fano, le opere di Maria Pia Nisii ci conducono in un viaggio onirico, dove il reale e il fantastico si intrecciano in un abbraccio appassionato. La sua arte non ha bisogno di maestri, perché ogni tela è il palcoscenico dove la sua anima danza libera”.
Maria Pia Nisii, nata a Fano Adriano nel 1931, ha affrontato una vita segnata da sfide personali che hanno alimentato il suo straordinario immaginario. La malattia che l’ha colpita nell’infanzia ha stimolato la sua creatività, portandola a esprimersi attraverso il disegno e la pittura. La sua produzione artistica, radicata nei paesaggi e nei volti dell’Abruzzo, è arricchita da esperienze culturali che spaziano dall’ambiente parigino degli anni ’60 alla vivace scena artistica romana.
Ogni quadro della Nisii è un caleidoscopio di emozioni: dai toni della terra ai blu profondi che invitano alla riflessione. Come sottolinea Sara Regimenti, “Mariapia Nisii nasce pittrice. I suoi toni caldi e la composizione plastica dei paesaggi ci sorprendono con figure pensose, immerse in un istante eterno di sospensione, capace di donare pace e cura alle nostre ansie quotidiane”.
In mostra spicca un’opera dedicata a Teresa Patella, simbolo della memoria collettiva fanese e la maestosità del Gran Sasso, che si erge come fondale naturale di un racconto fatto di amore per la natura e per le radici.