Il Comitato Delfico incontra la Provincia. Presidente, Vicepresidente e Ranieri forniscono tutte le informazioni richieste. Al centro della riunione il nodo dell’istanza di dissequestro (e le sue conseguenze) e la salvaguardia del “sistema Convitto”

TERAMO – Questa mattina un’ampia delegazione del Comitato Delfico si è incontrata con il presidente Camillo D’Angelo, il vicepresidente Andrea Core e il dirigente del terzo settore, Francesco Ranieri.

Le preoccupazioni del Comitato (composto da genitori di tutti gli Istituti ospitati dalla storica struttura di Piazza Dante a Teramo) sono concentrate sui modi e sui tempi delle procedure per l’istanza di dissequestro presentata dalla Provincia e sulle soluzioni alternative per il Convitto considerato che il palazzo è oggetto di un finanziamento di 18 milioni di euro proprio per garantirne la sicurezza statica e antisismica. E anche questi lavori dovranno essere fatti.

Il Presidente, sostenuto dalle spiegazioni tecniche dell’ingegnere Ranieri, dirigente del settore, ha ribadito alcuni punti fermi. Il primo riguarda l’istanza di dissequestro: “Se un giudice dissequestra l’immobile per far rientrare la popolazione scolastica noi non avremo nulla da obiettare, per la Provincia sarebbe la soluzione più semplice visto che trovare una alternativa che risponda a tutte le esigenze del Convitto non è affatto semplice” ha affermato, aggiungendo: “sconfesso con estrema fermezza ma anche con un po’ di amarezza tutte le illazioni che si sono fatte sull’istanza di dissequestro. Le procedure stanno procedendo seguendo esattamente le indicazioni che provengono sia dai tecnici incaricati sia dagli avvocati interni ed esterni”. Il pool degli esperti, Massimo Cerri presidente dell’Ordine degli ingegneri di Roma, il professore ordinario dell’Università della Sapienza Franco Braga e Stefania Arangio, ingegnera strutturista, ritengono che per una sentenza definitiva sulla sicurezza di Palazzo di Piazza Dante occorrano nuovi strumenti di indagine: tradotto in tempi, sicuramente più di qualche mese.

Considerati i fatti nuovi, la sottoscrizione del contratto con l’Ati Project per la progettazione e la realizzazione dell’intervento di adeguamento sismico dello stabile, D’Angelo ha precisato: “Si tratta di elementi che devono essere valutati nella loro interezza e complessità. Per questo l’Ente, con grande responsabilità, ha già  impegnato la spesa per l’acquisto di moduli prefabbricati con i quali, intanto e salvo altre novità positive, ricostituire il Convitto con le aule, la cucina, gli spazi convittuali e quelli per gli alloggi”. Ma, ha precisato D’Angelo: “Noi stiamo predisponendo il paracadute di una situazione emergenziale ma nello stesso tempo stiamo valutando tutte le alternative che ci vengono proposte atteso che le aree a disposizione della Provincia sono fuori dal centro. Così come con le imprese incaricate abbiamo chiesto di valutare la possibilità di procedere ai lavori di adeguamento sismico per lotti, in maniera da far coesistere la ristrutturazione del Delfico con il rientro di almeno di una parte del Convitto. Non stiamo escludendo alcuna ipotesi”.

Quindi è stata esaminata anche l’ipotesi offerta dal Commissario dell’ASP 1, Roberto Canzio per lo stabile di Via Taraschi. “Abbiamo fatto subito un sopralluogo considerato che l’area è molto vicina al Delfico e quindi preferibile ad ogni altra. Non possiamo entrarci prima di luglio, quando chiudono le scuole, e ci sono adeguamenti da fare i cui tempi non sono inferiori ad un anno di lavori. Bella l’idea ma la Provincia deve assicurare una sede al Convitto in pochi mesi”. Problemi rilevanti, come quelli dell’ex UTAP (spazio dietro il Delfico) la palestra Mazzini è vincolata e si può usare solo ristrutturandola e con gli stessi volumi. Che non bastano, a meno di pensare ad un nuovo stabile di più piani e in questo caso i tempi di realizzazione si allungano: non meno di due anni.

La Provincia si è impegnata a comunicare ogni passaggio che verrà compiuto al Comitato e ai genitori con una chiosa, come sottolineato anche dal vicepresidente Andrea Core: “Noi ci mettiamo la faccia tutti i giorni, siamo qui non solo con la rappresentanza politica ma anche con i nostri tecnici: in queste settimane non possiamo dire di aver ricevuto dalle altre istituzioni lo stesso trattamento: una cosa è ipotizzare una soluzione altra è avere una verifica di fattibilità dalle strutte tecniche e amministrative. E fino ad oggi questa risposte, al di là di annunci a mezzo stampa, non ci sono state”.

La Provincia, infine, ha concordato con il Comitato che è disponibile ad incontri istituzionali con tutti gli enti coinvolti, Regione in primis,  alla presenza dei responsabili tecnici e amministrativi che, nel rispetto di leggi e procedure, possano proporre e validare altre credibili soluzioni.